La competitività economica tra competizione politica e sindacale

“Alle imprese conviene assumere”. Probabilmente sarà questo il nuovo slogan che i rappresenti del Governo pronunzieranno fino allo sfinimento ed imporranno alla nostra attenzione per le prossime settimane. Considerando il modus operandi di questo Governo, una riflessione, tuttavia, sorge quasi spontanea. Se nel corso degli ultimi mesi gli accostamenti tra Renzi e Berlusconi sono stati diversi, soprattutto per via delle analogie programmatiche, c’è da dire che non si scherza neppure in merito alla capacita comunicativa. Non c’è dubbio, Renzi è il figlio adottivo di Silvio Berlusconi. Due grandi comunicatori, considerando anche gli apparati logistici che hanno alle spalle, e due ottimi ammaliatori.

Punti-interrogativi-590x393Ma se Renzi scopiazza nell’agenda berlusconiana, e la riforma del lavoro ne è una chiaro esempio, tanto che qualcuno si è spinto fino a dichiarare che il Pd sta realizzando quello che certa destra ha sognato per vent’anni, anche Berlusconi copia da quella renzina, tanto per non essere da meno.  Le recenti discutibili aperture dell’ex cavaliere, per esempio, in merito al matrimonio gay hanno sollevato grandi polemiche all’interno del vasto panorama del centro destra, tanto che qualcuno ha iniziato giustamente a chiedersi quali differenze ci siano, o quali differenza siano rimaste, tra Forza Italia e Pd. La risposta è che probabilmente attengono per lo più alla forma o ad alcune lievi sfaccettature, piuttosto che alla sostanza vera. La competizione politica, salvo sporadici casi e senza tirare in ballo i partiti più piccoli, m5s a parte, sembra lentamente svanire per lasciare spazio solo a rivendicazioni, rincorse rocambolesche, formalità, atteggiamenti da commedia (all’italiana, s’intende) e comiche analisi politiche (non si offenda Giovanni Toti)

Una competizione, ma sarebbe meglio dire “competitività” che, tuttavia, secondo il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, per essere incentivata, almeno in ambito economico, necessità di assunzioni. E proprio in quest’ottica il Ministro rivendica la correttezza e l’opportunità della manovra di stabilità che sarebbe una “una manovra di consolidamento fiscale orientata alla crescita”. “Una manovra – aggiunge il (non)eletto Presidente del Consiglio, Matteo Renzi – che va in direzione dei bisogni del Paese” e che è stata ideata e strutturata nel rispetto di tutte le regole (in primo luogo quelle europee, s’intende!)”. Ovviamente non tutti sono d’accordo. E proprio in quest’ambito si inserisce una terza forma di competizione, quella sindacale, che vede Cgil, Cisl e Fiom marciare più o meno nella stessa direzione, che è quella  che potrebbe condurre verso lo sciopero generale del 25 ottobre. Susanna Camusso, infatti, ha giudicato la Legge di Stabilità una manovra che non risponde alla “vera emergenza del Paese che è quella di creare lavoro e dare risposte all’occupazione”

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About the Author: Luigi Iacopino