Vanna Micalizzi: “Rafforzare la rete dei servizi dedicati a donna e famiglia”

 

Vanna Micalizzi“Al centro della vita sociale della nostra città esiste un universo dimenticato all’interno del quale troviamo donne, spesso sole, alle prese con forme discriminatorie di varia natura. Sul lavoro, all’interno del nucleo familiare e, più in generale, come effetto di una subcultura ancora troppo presente nella nostra realtà sociale. Le complesse problematiche che toccano da vicino il mondo femminile, nella nostra città racchiudono nel loro insieme una dimensione che, in molti casi, è duramente segnata da disagio ed emarginazione”. A sostenerlo è Vanna Micalizzi, candidata della lista “Cambiare Reggio Calabria officina Calabria” da tempo impegnata nel terzo settore attraverso progetti e interventi nell’ambito delle politiche sociali. “La pubblica amministrazione – sottolinea Micalizzi – non riesce a fronteggiare in maniera adeguata queste criticità e, in senso più ampio, il delicato quanto indispensabile segmento riservato alle politiche di genere. Alle carenze di natura politico – gestionale si affianca una mancanza di collegamento fra i diversi centri di ascolto e assistenza presenti sul territorio cittadino. Un vuoto che è necessario colmare in tempi brevi, agendo da subito per mettere in rete tutte quelle realtà associative che con merito rendono alla comunità reggina un servizio di straordinaria importanza, proprio perché rivolto alle fasce più deboli della popolazione. Dal volontariato promana una forza essenziale per il mantenimento di funzioni e servizi basilari, rivolti alla famiglia e in particolare alla donna. Una capacità che il terzo settore reggino ha da sempre offerto quale prezioso tassello nel quadro di una presenza, troppo spesso, apparsa deficitaria, da parte del governo cittadino. L’assenza dei servizi sociali – evidenzia la candidata di “Cambiare Reggio Calabria officina Calabria” – l’abbassamento delle risorse per il sostegno alle famiglie, ha reso ancora più instabile l’equilibrio dei ruoli anche all’interno delle piccole comunità domestiche, creando terreno fertile per il dilagare incontrollato di comportamenti violenti e antisociali. In tal senso si registra un numero sempre più alto di donne sole con figli a carico o di interi nuclei familiari in cui è proprio la figura femminile ad dover affrontare condizioni di lavoro pesanti e discriminatorie”. A dispetto di ciò che si può immaginare, si tratta di uno spaccato che a Reggio Calabria, nel 2014, costituisce una drammatica realtà con cui occorre fare i conti. “E non bisogna dimenticare – puntualizza Micalizzi – quelle donne provenienti da altri paesi che lavorano nelle nostre famiglie, accolte come donne di servizio, oppure chiamate per l’assistenza agli anziani, il tutto senza alcuna forma di assistenza legale e giuridica e senza poter usufruire di servizi sociali e sanitari”. “Nella nostra città le donne sono una fondamentale risorsa resa straordinaria dall’innata attitudine al dono. Basti pensare all’atto generoso della donazione del cordone ombelicale la cui banca di raccolta, peraltro, trova la sua sede regionale proprio nella nostra città. Qui è custodito un patrimonio unico e indispensabile per la salvezza di tanti bambini ammalati vero fiore all’occhiello all’interno del più ampio scenario nazionale”.

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