Tre metri sopra il marciapiede

Altro che tre metri sopra il cielo! Stavolta non si tratta d’amore, ma di acqua, tanta acqua sotto questo cielo grigio e scatenato. L’ennesima pioggia riduce Reggio a un’enorme pentola stracolma, con strade allagate, tombini aperti, macchine che sembrano sommergibili. Tre metri sopra il marciapiede… con stivaloni di gomma che quest’inverno vanno anche tanto di moda soprattutto se a fiorellini o rosa shocking! L’acqua alta a Venezia non ci fa paura. Inzuppati dalla testa ai piedi si cerca di rimanere a galla superando il percorso a ostacoli. E poi tutti nel traffico, ambulanze bloccate, clacson impazziti. Pedoni abbandonati a sé stessi, con le spalle al muro i più fortunati, usciti magari senza neanche l’ombrello di serie, che imprecano contro Giove Pluvio e gli automobilisti. L’acqua è arrivata fino al ginocchio, le scarpe fanno dei rumorini strani. Oh no, ecco i primi starnuti della stagione! Arrivati per miracolo nel portone di casa si grida al miracolo e ci si guarda un attimo. «Meno male che non mi sono messa la giacca buona oggi». «Ma chi me l’ha fatto fare a mettermi il decolletè tacco 12?  Sono pazza!». Non si sa se ridere o piangere. Piangere. Il cielo lo ha già fatto stamattina e a dirotto pure. Si vede che era triste. Non è che noi siamo messi meglio però. Ci uniamo a lui per solidarietà. Scherzi a parte, bisogna inventarsi qualcosa per risolvere questo annoso problema, non possiamo vivere perennemente in un continuo “stato di calamità naturale”. Tanto più che siamo in autunno, le giornate estive dovrebbero essere ormai un ricordo. E tanto per non infierire, ricordiamoci che come ogni anno arriverà l’inverno. E se già dopo due ore di pioggia siamo ridotti così…

M. Cristina Scullino

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