Congedo obbligatorio di paternità: nuova proposta dell’UE

L’Unione Europea prova a rivoluzionare gli equilibri familiari del vecchio continente con un’innovativa politica dei congedi parentali. Dopo la nascita di un figlio, ai papà verranno concesse due settimane obbligatorie con il 100% dello stipendio, mentre le mamme ne avranno venti. Per il momento è una proposta della Commissione Europea che deve ancora passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio, ma il segnale è importante per il nostro Paese che in materia di tutela della maternità ha una delle legislazioni più favorevoli di tutta Europa, ma manca quasi del tutto di una cultura della paternità. Le deputate Saltamartini del PdL e Mosca del Pd sono le prime firmatarie di due proposte di legge per l’introduzione del congedo di paternità alle quali sta lavorando la Commissione lavoro della Camera. I due documenti originari sono stati unificati e la proposta prevede, in base alle direttive Ue, l’introduzione iniziale di quattro giorni di congedo nei primi tre mesi di vita del bambino. Da un punto di vista pratico, quattro giorni non sono sicuramente risolutivi, ma si tratta soprattutto di uno stimolo al cambiamento, una trasformazione culturale che mira ad aumentare il ruolo attivo dei papà nella condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia. Stati come la Francia e il Regno Unito hanno votato contro la direttiva europea, ritenendola troppo onerosa in un momento di crisi come questo. Le parlamentari italiane, d’accordo sulla difficile situazione economica attuale insistono però sul principio di base che, investire nella famiglia e nella cura dei figli è fondamentale. I figli sono un bene di tutti – sostengono – e la loro cura non deve gravare né solo su una parte né solo sulla famiglia, ma sulla collettività intera. «Non si tratta di difendere qualcuno, ma di riaffermare l’idea di investire pubblicamente nel rilancio della famiglia».

Superato l’ostacolo del via libera da parte di tutti i gruppi politici, rimane da affrontare quello dei costi, valutazioni economiche e di bilancio. Pd e PdL, agli antipodi su quasi tutto, eccezionalmente questa volta d’accordo. Finalmente ci si è resi conto, forse, che l’esasperata distanza tra maggioranza e opposizione, il conflitto, gli eterni e continui no, spesso immotivati, sono sicuramente i motivi principali che allontanano la gente dalla politica. Lavorare insieme sulle questioni concrete deve essere un modo per dimostrare che la politica sa dare delle risposte pratiche e delle soluzioni logiche e semplici, riavvicinandosi ai problemi di tutti i giorni e pensando solo ai bisogni del popolo che chiede aiuto e sostegno ai suoi rappresentanti.

M. Cristina Scullino

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