Sentenza Cassazione su furti ai suoceri

Nessuna comprensione, da parte della Cassazione, per il fidanzato che, con la scusa delle spese da sostenere in vista del matrimonio, ruba soldi e gioielli in casa della suocera. I supremi giudici, infatti, hanno respinto il ricorso di Fortunato. che aveva rubato gioielli per un valore di 30 mila euro e soldi in contanti in casa della futura suocera Vincenza ., a Reggio Calabria. L’uomo si era poi pentito e aveva confessato tutto alla fidanzata, Loredana, giustificando il suo comportamento “sia con la necessità di accantonare denaro per il loro matrimonio, sia con la circostanza che il denaro prelevato comunque in qualche misura apparteneva anche a lui, visto che di lì a poco l’avrebbe sposata”. Ma queste spiegazioni non sono state ritenute valide dalla Suprema Corte che ha confermato la condanna per furto, inflitta a Fortunato dalla Corte di Appello reggina nel 2008. Anche il padre del futuro sposo, Nicola., si era accorto della malefatta del figlio e aveva riconsegnato i gioielli e parte dei soldi alla futura suocera. Una sentenza particolare e curiosa che ha visto protagonista una famiglia di Reggio Calabria. I giudice della Suprema Corte non hanno accettato le scuse del “furfante” che ha usato il pretesto delle nozze imminenti. Alla fine, quel denaro sarebbe rimasto “in famiglia” ma è sempre stato un furto che la magistratura ha ritenuto sanzionabile. Come dire..per amore…si fa tutto….

Giuseppe Dattola

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