WikiLeaks, le Poste svizzere chiudono il conto di Assange

Il cerchio si stringe sempre più attorno a Julian Assange. Le poste svizzere hanno chiuso il conto corrente aperto dal fondatore di WikiLeaks per raccogliere fondi, perchè “Il cittadino australiano (Assange) ha fornito false informazioni riguardo alla sua residenza (in Svizzera) durante le procedure di apertura del conto”. Tutto ciò si legge nel comunicato delle Poste elvetiche, secondo cui Assange ha dato un indirizzo segreto di Ginevra. In particolare il fondatore di Wikileaks, aprendo il conto “per effettuare donazioni direttamente a Julian Assance e altri membri dell staff del “WikiLeaks Defence Fund”, ha fornito il nome di “Assange Julian Paul, Ginevra.” Intanto il sito Wikileaks ha pubblicato un pezzo con il roboante titolo: “Ecco la lista delle spese dell’impero Usa”. Si parla delle attività di intelligence richieste alle ambasciate Usa da Washington sulle “infrastrutture chiave e le risorse critiche” nei Paesi ospintanti. Per quel che riguarda l’Italia, figurano Glaxo Smith Kline Spa, Para; Digibind; l’oleodotto Trans-Med. Insomma, secondo Wikileaks la diplomazia a stelle e strisce spiava anche le aziende italiane. Un dispaccio inviato il 18 febbraio 2009 dal dipartimento di Stato Usa contiene la prima versione delle cosiddette “Critical Foreign Dependancies Iniziative”, una sorta di lista di “infrastrutture chiave” considerate dal governo Usa di importanza critica per l’America. Il dispaccio invitava chiaramente i diplomatici a “non consultare i governi ospitanti circa la richiesta” di monitoraggio, esplicitata nel National Infrastructure Protection Plan (steso per rafforzare la protezione delle risorse chiave e per “prevenire, scoraggiare, neutralizzare o attenuare gli sforzi terroristici per distruggere, paralizzare o sfruttarle, e per rafforzare la preparazione a livello nazionale e la risposta nel caso di attacco o calamità naturali”). Nella lista si legge di impianti farmaceutici, miniere per minerali rari, infrastrutture tecnologiche e per la comunicazione. Tra questi, centinaia di aziende, impianti e infrastrutture. Fuori dai confini italiani, vengono presi in considerazione il cavo sottomarino Apollo in Francia e Regno Unito, le fabbriche farmaceutiche tedesche, il gasdotto Nadym in Russia e centinaia di stati tra Israele, Spagna e Francia, Australia e Nuova Zelanda. Sostanzialmente ovunque. L’attività di intelligence doveva essere effettuata senza consultare i Paesi ospitanti, riporta Wikileaks. Secondo quanto riportato in un cablogramma, per il presidente del Consiglio, Vladimir Putin “è il centro del potere in Russia”, mentre Dimitri Medvedev è “un mero apprendista” del premier Italiano. Il Cavaliere avrebbe reso la dichiarazione durante un incontro con l’ambasciatore David H. Thorne. Palazzo Chigi ha subito smentito seccamente l’indiscrezione. Berlusconi “non ha mai pronunciato le frasi sul presidente russo Medvedev che gli vengono attribuite dalle ultime rivelazioni di Wikileaks, né ha mai tracciato paragoni, in pubblico o in privato, tra il presidente Medvedev e il primo ministro Putin. Niente di nuovo, quindi, mentre continua a imperversare il gossip fine a se stesso”, prosegue la nota. “Parlano però i fatti, attraverso i tanti risultati concreti dei vertici italo-russi, compreso quello appena concluso a Sochi con la conferenza stampa congiunta dei due presidenti”. Resta comunque evidente l’imbarazzo dell’amministrazione statunitense, che si prepara a trasferire il personale delle principali ambasciate spare nel mondo. E’ già cominciato il rientro di diplomatici, ufficiali militari e agenti dell’intelligence compromessi dalla fuga di notizie che ha trovato un megafono nel sito fondato da Julian ASsange. Secondo quanto riferito dal quotidiano on line The Daily Beast, le operazioni di trasferimento riguarderanno i diplomatici identificati con nome e incarico nel file che hanno espresso giudizi molto critici sui leader dei governi locali.

Antonella Pirrotta

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