Scoperti resti di giovane cacciatore vissuto 16.000 anni fa a Papasidero (Cs)

I resti di un giovane cacciatore vissuto sedicimila anni fa sono stati riportati alla luce nell’area del sito archeologico “Grotta del Romito” di Papasidero, in Calabria. La scoperta, che è stata fatta dall’equipe guidata dal professor Fabio Martini, del Dipartimento di Paleoetnologia dell’Università di Firenze, ha consentito di apprendere nuove tecniche di sepoltura di cui non si aveva ancora conoscenza. “‘L’evento  coincide con il cinquantesimo anniversario del rinvenimento del Bos primigenius, il famoso graffito unanimemente ritenuto dagli studiosi la più maestosa e felice espressione del Verismo Paleolitico Mediterraneo. Per celebrare questa ricorrenza il Comune di Papasidero sta lavorando ad un calendario di manifestazioni che scandiranno i prossimi mesi ma, soprattutto, l’amministrazione è impegnata nella realizzazione di infrastrutture che rendano pienamente fruibile il sito ai visitatori” hanno affermato Fiorenzo Conte, sindaco di Papasidero, e Loredana Olivieri, assessore alla cultura e al turismo. Gli amministratori locali intendono allestire un archeodromo all’interno del Parco archeologico dove saranno ricostruiti gli ambienti del Paleolitico, e rendere i locali dell’Antiquarium, sede del museo di Papasidero, idonei ad ospitare i reperti originali rinvenuti nella Grotta nel corso degli anni, che attualmente sono conservati tra Firenze e Reggio Calabria. Una bella iniziativa di turismo archeologico in un terra, la Calabria, piena zeppa di luoghi con queste caratteristiche. I reperti storici presenti nel territorio sono infiniti. La maggior parte di essi sono stati già riportati alla luce ma il sottosuolo nasconde ancora tanti tesori che, prima o poi, saranno ritrovati dagli esperti e messi in vetrina per coloro che vogliono fare un significativo tuffo nel passato.

Giuseppe Dattola

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