Il Debito Pubblico

21\12\2010 – Il debito pubblico rappresenta l’ammontare complessivo dell’indebitamento dell’amministrazione finanziaria statale.  I motivi per cui lo Stato contrae debiti sono essenzialmente due: per coprire un deficit ovvero per finanziare opere pubbliche. Il modo con cui lo Stato si pone come debitore è, prevalentemente, l’emissione di obbligazioni, sotto diverse forme:  i Buoni Ordinari del Tesoro prevedono il pagamento anticipato dell’interesse sul debito, i Certificati di Credito del Tesoro prevedono un pagamento posticipato, e così via con le altre formule. Con l’emissione di queste diverse forme di obbligazioni, quindi, lo Stato diventa debitore di tutti quei soggetti che quelle obbligazioni hanno sottoscritto. Gli accordi di Maastricht, relativi alla determinazione dei parametri di convergenza per l’adozione della moneta unica, avevano stabilito che il rapporto Debito Pubblico/PIL debba essere inferiore al 60%, vale a dire che il Debito Pubblico non possa superare il 60 % del PIL. In Italia questo rapporto viaggia oramai da diversi anni oltre il 100 % : per il 2009 è stato del 115, 80 % : ciò significa che il Debito Pubblico, nel nostro Paese, è di un valore superiore all’ammontare complessivo della ricchezza prodotta. Bisogna sottolineare, però, che ancora fino agli anni ’60, il rapporto Debito Pubblico/PIL nel nostro Paese era intorno al 40 %, ossia una percentuale assolutamente sostenibile. Da quel periodo in poi il fabbisogno finanziario statale necessario per finanziare il legittimo welfare state non si è accompagnato con un adeguato aumento delle imposte, determinando negli anni successivi l’esigenza della emissione di Titoli del Debito Pubblico. L’ammontare del Debito Pubblico determina soprattutto la necessità di un’attenta politica finanziaria e monetaria per la determinazione del tasso d’interesse al quale collocare le obbligazioni, in rapporto all’andamento dell’economia ed in armonia con le disposizioni della Banca Centrale Europea. Un tasso di interesse troppo basso, o comunque più basso del tasso di inflazione, scoraggia l’acquisto di titoli da parte dei risparmiatori; un tasso di interesse elevato potrebbe favorire l’acquisto massiccio di titoli, ma potrebbe determinare distorsioni sul mercato monetario, con prevedibili effetti di inflazione nel breve periodo.

Prof. Giuseppe Cantarella

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