Anno 2011. Torna la mitica Stratos

Porterà quasi sicuramente una miniserie della Stratos PininFarina, strepitoso remake della leggendaria TopCar

Periodo di fusioni e alleanze, questo primo decennio degli anni 2000 del mondo dell’auto. Nel panorama terrestre a quattro ruote attuale, non si può correre più da soli. La Fiat con Capitan Marchionne si è ricompattata, fortificata, ampliata. Al costo anche di lacrime e sangue. L’accordo con la Chrysler porterà i primi frutti nei 12 mesi che verranno, con la fusione della gamma del colosso americano con la Lancia. Le berline che hanno fatto sognare generazioni di europei, grifferanno con la loro calandra e le loro finiture le berlinone degli States. Segno dei tempi globalizzati che corrono. Ma ci ha pensato un uomo che non si intitola come Ad della seconda industria italiana, a rilanciare nel presente e nel prossimo futuro una parte dell’ei fu, fantastico marchio torinese. Si chiama Michael Stoschek, ed è un facoltoso imprenditore di mestiere…collezionista, che ha sempre tenuto all’apice dei suoi desideri le vetture di Vincenzo Lancia.

Due anni fa bussò alla porta di Pininfarina e senza tirare fuori il proprio curriculum, chiese senza rossore alcuno un remake della fantastica Stratos disegnata da Bertone. Quella berlinetta che ha conquistato tre mondiali Rally, ma ne ha dovuti perdere almeno altrettanti per far correre ufficialmente la 131 Abarth di casa Fiat in crisi di vendite, doveva tornare con un remake al più alto livello possibile. All’altezza della sua splendida storia. Soldi da poter spendere a mai finire e massima libertà ai progettisti, erano le invidiabili condizioni poste da  Mr. Stoschek .                  .

La base prescelta è stata quella della Ferrari F430, eccellente biposto nonché berlinetta più venduta di sempre del Cavallino. S’aveva da accorciare il passo per rispettare forme e volumi della Stratos e così è stato fatto. Quota 240 cm da ruota a ruota e da lì prendeva forma la belva, con non poche difficoltà per proporre le misure dimensionali e soprattutto il parabrezza curvilineo, inclinato e particolare come l’originale: una vera icona della prima versione. Via il sofisticato differenziale elettronico E-Diff, il migliore al mondo, per far posto ad un differenziale autobloccante meccanico, comunque di ultima generazione. Particolare questo che più di ogni altro fa pensare ad un suo futuro impiego agonistico. Il cambio resta il superbo elettroattuato F1 di casa Ferrari, che sulla F430 Scuderia d’origine varia  rapporto in soli 60 millisecondi. Senza il dialogo col differenziale originale, la cambiata resta comunque fulminea, mantenendo volutamente tutta la straripante botta d’innesto fra una marcia e l’altra, che fa tanto racing.

Lo sterzo è il confermatissimo elemento tutto precisione e direzionalità chirurgica della  strepitosa Scuderia, ma con la servoassistenza elettrica anziché meccano-idraulica. Alla voce freni c’era davvero poco da inventarsi: i 4 dischi carboceramici agguantati ferocemente dalle  pinze in alluminio Brembo della F430, sono stati  sdoganati anche sulla Stratos Remake. I soli 31 metri e mezzo da 100 orari a zero per fermarsi, erano senz’altro un argomento a cui non poter ribattere.

Con cotanta base ma col passo però decisamente accorciato, occorreva mettere mano a questo prototipo con un professionista dello sterzo abituato a maneggiare folte comitive di cavalli vapore. Le leggi della fisica non consentono deroghe e quando si striminzisce l’interasse, le reazioni della vetture diventano più nervose e devono essere quindi oggetto di un corretto sviluppo dell’assetto. Tiago Monteiro, ex pilota  di F1, è stato quindi chiamato a mettere sulla lavagna ogni sfumatura saggiata in pista del progetto Stratos2, sviscerato e collaudato per 22 mesi in tracciati dal glorioso curriculum. Chi dei pochissimi fortunati l’ha guidata, la definisce un eccezionale SuperCar, capace di prestazioni straordinarie e di un agilità ai limiti del possibile. Passo corto e componentistica al Top, autorizzano a credere a questa valutazione. Il passaporto velocistico riporta cifre iperboliche, con un 3,4 nello 0-100 ed una punta massima di 320 km orari, forse anche un soffio di più. Il V8 modenese infatti è stato ulteriormente vitaminizzato da scarico, filtri ed elettronica rimappata per svettare a quota 540 cv, in luogo dei 510 di serie. Pertanto i 319 orari e 3,31 della Scuderia, sono quantomeno mantenuti sulla Stratos Remake.

Il presidentissimo Montezemolo ha voluto guidare questo esemplare unico marciante ( ve ne sono altri due grigio e bianco ma non hanno ancora il propulsore), rimanendone ovviamente catturato. Da qui la possibilità concreta che se ne realizzino i 25 pezzi necessari a partecipare al Campionato Fia Gt2. Il sogno di tutti gli appassionati è di vederla prodotta in serie limitata come la 8C di casa Alfa, a parziale ristoro dell’oblio agonistico della Lancia che dura dalla leggendaria Delta a trazione integrale. Casa Fiat però ci ha dimostrato che la politica del far quadrare i conti non lascia spazio a coraggio negli investimenti: al precedente lavoro della superba concept Fulvia del 2003, anche quello fedele e bellissimo remake della coupè di successo di Torino degli anni ’60 e’70, non fu dato seguito commerciale, quando l’entusiasmo di mezzo mondo ne avrebbe certificato un più che certo successo. Adesso non resta che sperare che gli accordi siglati in questi giorni e le alleanze già strette dei mesi scorsi, siano l’input decisivo per avere quella spinta propositiva che Renault e Peugeot ad esempio hanno. La minaccia di dover cedere l’Alfa Romeo al gruppo Vw, è lì concreta a ricordarci che dei gloriosi marchi italiani  bisogna farne il giusto uso. Ce lo insegna la storia.

Francesco Romeo

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