Tempo addietro il nostro giornale ha trattato la prostituzione come fenomeno che genera evasione fiscale ed un giro di danaro dal quale il nostro Stato potrebbe ricavare utili introiti per cominciare a risanare le casse. Oggi parleremo di affitti. Come al solito prenderemo in esame la nostra città, Reggio Calabria, la più grande della Regione, quasi 200.000 abitanti e al contempo (importante per questo genere di discorso) sede di 4 facoltà universitarie. Gli affitti nella nostra città sono molto elevati sia per gli studenti, sia per le famiglie, sia per gli extracomunitari e qui già dovrebbe intervenire qualcuno a regolare un prezzo di mercato equo. Ma quello che indigna maggiormente è che la maggior parte degli affitti sono corrisposti in nero oppure con forme di contratto che sono rivolte solo ed esclusivamente a far risparmiare soldi al padrone di casa. Per di più i lestofanti agiscono sugli immobili affittati a studenti: i prezzi variano da 100€ a 200€ a stanza, dipende dalla posizione dello stabile e dalle finiture. Alcuni assolutamente non stipulano contratto e te lo dicono prima, invogliandoti con il miraggio di uno sconto che non esiste e ti avvertono che, nel caso qualcuno chieda, tu non sei un inquilino bensì un nipote. Altri firmano un contrattino solo per 8 mesi, quando invece percepiscono la somma anche per i rimanenti 4. Per quel che riguarda le famiglie, l’affitto medio di una casa a 3 stanze con servizi è di 400€: qui la percentuale dei contratti è però maggiore, dato che è anche una forma di tutela per il proprietario della casa. I prezzi salgono e di molto quando gli affitti riguardano gli immigrati: quasi si raddoppiano, come se si sapesse che, anche se si affitta la casa per 4 persone, loro ci dormiranno almeno in 8, con i soliti parenti, cugini ed amici di passaggio. In questi casi l’affitto corrisposto è quasi totalmente in nero. Basta tirare le somme, in una città universitaria di medie dimensioni come Reggio Calabria o la vicina Messina, per capire quanto è l’indotto che si sottrae annualmente alle casse dello Stato. Non è solo dunque il malaffare che debilita lo Stato ma anche alcuni dei suoi cittadini. Nessuno paga le tasse col sorriso sulle labbra ma non pagare le giuste tasse significa andare contro lo Stato e sopratutto quindi contro noi stessi. Occorrerebbero più controlli sul territorio.
Fabrizio Pace