Il Brasile si sta riprendendo dall’ondata di mal tempo che l’ha messo in ginocchio. Dopo 15 giorni di piogge torrenziali che hanno alluvionato diverse zone del paese sud americano, oggi si tirano le tristi somme che contano 687 morti con una quantità incredibile di dispersi e feriti che potrebbe, in un futuro imminente, far aumentare i decessi, secondo le stime più credibili, ad oltre 700. Ricordiamo che le difficoltà sono dovute non solo all’acqua torrenziale che ha spazzato qualsiasi cosa (il fiume Mundau ha straripato e cancellato interi villaggi) ma anche alle due grandissime frane che hanno seppellito sotto tonnellate il fango le zone di Teresopolis e Nuova Friburgo. E’ proprio in questi siti che si presume siano seppellite sotto la malta, ormai indurita ,le altre vittime. Purtroppo da quello che si è anche potuto vedere non è stata solo l’eccessiva quantità delle precipitazioni a causare la sciagura ma anche l’incuria di far costruire un centro abitato, per lo più di baracche ai piedi di una montagna instabile. Oggi queste zone si trovano ancora senza energia elettrica e senza linee telefoniche, situazione questa, che non aiuta assolutamente i soccorsi. Disastri annunciati, poiché si era verificata una situazione simile nel 2009, che un Brasile oggi in continua crescita economica non riesce a sistemare nonostante le politiche popolari fatte dall’ex presidente Lula e dalla nuova presidente. Un paese così vasto, così pieno di contraddizioni, così bello ma per certi versi ancora così indietro nella distanza sociale della popolazione tra i ricchi e i poveri.
Fabrizio Pace