L’uomo inquieto (Henning Mankell)

“Non solo giallo”. Henning Mankell scrittore svedese,ha dominato le classifiche internazionali con la serie dell’ispettore Wallander.Una serie di romanzi polizieschi che affascinano il lettore per la grande capacita’ di immedesimazione con il protagonista e con le vicende che racconta. Il segreto di un uomo comune con un mestiere a tratti da “super eroe” nel nostro immaginario colpisce sempre voglia di giustizia e verità. Spesso non si presta attenzione a romanzi fuori dai confini italiani a meno che non si tratti di letteratura inglese o serie americane,ma con “L’uomo inquieto” credo che la letteratura svedese abbia un ottimo posto nelle classifiche dei libri stranieri più belli. Perché non si tratta di un semplice susseguirsi di indagini al fine di scoprire l’assassino o il complotto architettato ad arte,bensì tra le pagine di “sentono”attimi di fragilità umana. E’ sicuramente il romanzo più toccante della serie del commissario Wallander della polizia di Ystad,che con le sue paure,la difficoltà a mostrare i propri sentimenti,l’eccesso di lavoro,l’alimentazione sregolata e con la sua profonda umanità,continuerà ad avere per i milioni di lettori che l’hanno amato uno straordinario potere di identificazione. E’ un poliziotto profondamente umano che riesce allo stesso tempo nella sua complessità a conquistarti. In questo episodio Kurt Wallander è vicino ad un grande mistero che interessa la storia del dopoguerra,quando sottomarini sovietici erano stati avvistati in acque territoriali svedesi. La trama,come un giallo che si rispetti è ricca di contraddizioni,momenti in cui ci si sente persi nella lettura credendo di essere arrivati alla verità,e invece i sospetti si capovolgono mischiando le evidenze,perché come si legge in una pagina:”Nel nostro mestiere non esistono spiegazioni semplici:spesso la verità è esattamente l’opposto di ciò che noi immaginiamo;a volte la realtà deve  essere capovolta per tornare nella giusta posizione”. In questo romanzo la ricerca della verità si intreccia con la vita personale del protagonista che dovrà fare i conti con il suo passato assediato da ombre che pesano,soprattutto la notte,quando con il cuore triste ogni tanto si rendeva conto che la maggior parte della sua vita era irrevocabilmente alle spalle e si sentiva “prigioniero di un meccanismo invisibile e silenzioso che lo stava trascinando fino al punto in cui non sarebbe più riuscito a cavarsela da solo”. Altre volte invece grazie a quel piccolo particolare riprendeva la situazione in mano e ogni pezzo mancante nonostante le angosce notturne tornava al posto giusto e rimaneva stupito da se stesso per la capacità di prendere decisioni improvvise e incisive senza la paura del punto interrogativo. Un po’ come nella vita reale non ci sono certezze assolute,questo era il suo motto;non ci son certezze assolute infatti né in questa storia che può essere interpretata in modo diverso da ogni lettore né sugli sviluppi futuri della vita di ognuno di noi,ma …”Un punto finale nei libri come nella realtà va sempre messo,indipendentemente dal fatto che possa essere provvisorio o meno”. In una fredda giornata d’inverno un alto ufficiale di marina in pensione,durante la sua abituale passeggiata mattutina a Stoccolma scompare…..! Buona lettura.

Annamaria Milici

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