Vecchioni è il re di un festival dedicato all’amore

Al 61esimo festival della canzone italiana di Sanremo vince la qualità, la poesia, la profondità di un testo, “Chiamami ancora amore”, cantata da Roberto Vecchioni, il “professore”. “E’ una canzone trasversale e ci tengo a dire che non voglio che  le venga data alcuna coloritura politica – aveva detto nei giorni scorsi Vecchioni -. Parla delle cose che io amo, la gente che lavora, i giovani, i soldati che vanno a morire lontano da casa senza una vera ragione. E’ dedicato ai ragazzi, alle loro speranze troppo spesso disilluse. Sono contento che siano tornati a protestare, a farsi sentire”. Il professore, 67 anni,  nella serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia aveva infiammato la platea dell’Ariston e la sala stampa con  ‘ O surdato ‘nammurato ‘, mentre in quella dei duetti era salito sul palco con la Pfm. Insieme a Franco Battiato è uno dei nomi ‘nobili’ del cast del Sanremo targato Morandi, esponente di quella canzone d’autore rimasta per tanti anni lontana dal festival. – “Si è respirata una bella aria in questi giorni, un esempio sono  questo programma e Gianni, un italiano sincero, che ama la propria professione e il proprio Paese. Spero che qualcuno ora si tolga la maschera: molti diverbi penso siano macchinati apposta, anche gente avversa politicamente si stima, non è la destra o la sinistra. A volte i problemi sono gli uomini, non le parti”. Emozionato, dopo l’annuncio della vittoria, il cantautore ha dedicato il suo successo al popolo italiano, “che amo da morire” e in particolare “alle donne, che sono importantissime e sono molto meglio degli uomini in tantissime cose”. Poi, più rilassato, si è tolto la giacca e ha cantato la sua canzone da vincitore. E’ confortante che un esponente storico della canzone d’autore si sia imposto con una bella canzone con un testo importante, davanti a due campioni del pop giovane come i Modà con Emma con “Arriverà” e a uno storico specialista del festival come Al Bano, con “Amanda è libera”. Per il resto,da sottolineare in queste cinque giornate di festival, l’intervento straordinario di Roberto Benigni e la sua esegesi dell’inno di Mameli, e gli sketch delle “Iene” Luca e Paolo. Divertenti, ironici, strafottenti ma non troppo. Il confronto/ scontro tra Berlusconi e Fini la prima serata, i valori della sinistra la seconda. Dal caso Fiat alla partecipazione dell’Italia alla guerra in Iraq, dall’immigrazione alle dimissioni del premier, nella satira finiscono le eterne incertezze. Tutto sulle note di successi storici del padrone di casa, come “In Amore” e  “Grazie perché” …  Chicca dell’edizione, il bacio sulla bocca di Luca a Morandi per dimostrare ancora di più, se non si fosse capito abbastanza, che la squadra  è rimasta unita dall’inizio alla fine.  Intanto si festeggia il 17 marzo e già si pensa alla prossima conduzione 2012… Perché Sanremo è Sanremo!

M. Cristina  Scullino

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