La crisi delle squadre italiane

Perché le squadre italiana subiscono delle sonore lezioni contro tute le realtà del calcio europeo? Spagnoli, inglesi, tedeschi..ucraini..si divertono ad infierire contro le nostre realtà che sono quasi incapaci di trovare risposte contro questo tipo di avversarie. E’ vero che lo scorso anno, l’Inter ha conquistato meritatamente la Champions League, ma è stato un caso sporadico perché, negli ultimi anni, le nostre realtà non andavano oltre gli ottavi di finale delle competizioni. In Europa League, poi, l’ultima squadra che ha sfiorato la semifinali è stata la Fiorentina quattro anni fa, per il resto soltanto delusioni e brutte figure.

Il perché di tutto questo può essere ricercato nella qualità media del gioco delle squadre italiane. Non è vero che mancano i campionai, manca piuttosto un atteggimaneto propositivo in campo. Le nostre squadre non riescono a giocare calcio, si affidano più che altro alle individualità e sperano di tenere botta in difesa tanto, prima o poi, l’Ibrahimovic o il Milito di turno un gol lo riesce a segnare. Tutto il contrario di quello che avviene in Spagna, Inghilterra e Germania, dove è forte la cultura di ottenere il risultato attraverso il gioco come faceva una volta il Milan di Sacchi o la Juventus di Lippi. In Spagna, si è vinto un Europeo, un Mondiale e si domina nelle Coppa Europee grazie ad un sistema che predilige la fase offensiva ed il possesso palla ed il Barcellona del Guardiola è l’esatta magnificazione di quello che stiamo dicendo. In Inghilterra, si gioca un calcio aggressivo con le squadre che attaccano dall’inizio alla fine dell’incontro senza stancarsi mai e cercando sempre di fare un gol in più rispetto all’avversario.

In Germania ci si affida alla corsa ed al gioco sulle fasce ed il Bayern di Van Gaal ha due dei migliori attaccanti laterali d’Europa. ma anche in alcune nazioni considerate di seconda fascia si gioca meglio rispetto alle nostre parti vedi il caso di una Shaktzar Donets che viene a Roma e rifila una lezione ai vicecampioni d’Italia oppure squadre come il Lech Ponzian capaci di giocare ad armi pari contro la Juve. Non sono i giocatori né i tecnici validi che mancano perché una Nazione che può contare su allenatori del calibro di Capello, Ancellotti, Spaletti ed altri non può dire di non essere all’altezza da questo punto di vista. Serve una rivoluzione dal punto di vista della mentalità, serve coraggio nel lanciare giovani e non tenerli in naftalina o bruciarli.

Servono tante cose; i presidenti delle squadre italiane lo sanno ma non non riescono a portare avanti progetti positivi. Intanto, abbiamo perso un posto nella prossima Champions League a favore della Germania ed avanza pericolosamente la Francia. Una volta eravamo il campionato più bello e vincente del Mondo. Adesso..siamo diventati un torneo di seconda fascia…è il momento di fare una riflessione e trovare delle soluzioni…altrimenti…si continuerà a fare figuracce in tutti i campi di calcio europei.

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About the Author: Nadia Fotia