Lampedusa: situazione sempre più difficile

Continuano gli sbarchi di clandestini a Lampedusa. La situazione nell’isola si fa sempre più drammatica. L’afflusso continuo di immigrati, infatti, rende inefficace le operazione di alleggerimento dei trasferimenti con navi presso i centri di accoglienza di tutta Italia. Soltanto nelle ultime 24 ore sono stati circa 400 gli arrivi che per la prima volta negli ultimi giorni sono stati in numero inferiore rispetto alle partenze. A Lampedusa si stima ci siano attualmente oltre quattromila immigrati. Soltanto qualche giorno fa, alcuni di essi si erano ribellati per la mancanza di viveri lanciando l’allarme. Così, per risolvere parte dell’emergenza idrica, sono giunte sull’isola le prime navi: la prima, arrivata l’altro ieri, è stata incaricata dalla Regione Sicilia di trasportare il primo carico straordinario di acqua potabile, complessivamente oltre 4500 metri cubi. Nel pomeriggio di ieri ne è giunta una seconda partita dal porto di Gioia Tauro con 1.500 metri cubi d’acqua.

La situazione, comunque, rimane drammatica. L’isola è «una bomba sociale pronta a esplodere», ha affermato l’assessore all’Ambiente della Sicilia, Gianmaria Sparma: «Dalle prime verifiche la situazione è esplosiva sia dal punto di vista igienico sanitario, sia da quello assistenziale. Sono elevati anche i rischi per l’ordine pubblico, perché ormai siamo in presenza di un incontrollato e non controllabile campo profughi». Venerdì scorso, inoltre, una barca a vela con 44 persone a bordo è stata intercettata da un mezzo aereo della Guardia di finanza a largo di Messina. A bordo, secondo quanto hanno accertato i militari, c’erano 44 tra turchi, siriani e iracheni. Tra loro 11 donne, di cui 2 incinta, e sette bambini. Intanto, tra le proteste, sono sbarcati dalla nave San Marco nel porto di Augusta, i 498 migranti trasferiti da Lampedusa nel Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania.

Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha lanciato l’idea di una dote per chi desidera di tornare in patria: «Abbiamo proposto che ogni tunisino che accetta volontariamente il rimpatrio sia accompagnato da un aiuto economico che il governo italiano è pronto a mettere a disposizione per aiutare il suo reinserimento sociale. L’Oim, l’organizzazione delle migrazioni, dà una ‘dote’ di 1500 dollari. Noi – sottolinea Frattini – possiamo superare questo importo, fino a 2000 o magari 2500 dollari, dando così la possibilità di creare le condizioni per un rientro di migliaia di persone». Infine, Sulla base di un recente accordo stipulato in questi giorni tra il nostro Paese e la Tunisia, il governo di Tunisi si impegnerà ad aumentare la vigilanza delle coste per bloccare le partenze alla volta del Bel Paese.

Filippo Turiano

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