Alfred Weber

A differenza, dunque, di Von Thunen, che analizzava la localizzazione delle attività agricole nei dintorni di un centro urbano, l’economista tedesco Alfred Weber (1868 – 1958) volle studiare la localizzazione industriale in relazione alle città. Come spesso accade, Weber aveva osservato direttamente la tumultuosa localizzazione industriale in prossimità delle città tedesche, ed aveva cominciato a ragionare su quali potessero essere i fattori responsabili. Partendo, comunque, da una considerazione: fra città ed industria c’è un rapporto che è, allo stesso tempo, di attrazione e di repulsione. Le industrie non possono costruirsi in città, per ovvi motivi di mancanza di spazio, di inquinamento e di congestionamento del traffico; ma le industrie cercano di localizzarsi più vicino possibile alle città, per minimizzare i costi di trasporto dei prodotti finiti. E’ proprio il costo del trasporto che verrà considerato da Weber come il fattore più importante. L’economista tedesco aveva immaginato la localizzazione industriale all’interno di un triangolo ideale, ai cui vertici vi siano il luogo di approvvigionamento delle materie prime, il luogo da cui proviene l’energia, ed il mercato di sbocco. È evidente che una determinata industria si localizzerà all’interno di questo triangolo, ma tenendo conto anche delle difficoltà del trasporto, da mettere in relazione anche con il costo stesso. Un impianto siderurgico, per esempio, si localizzerà più vicino alla miniera di carbone dal momento che il trasporto di questo minerale è estremamente difficoltoso. Ma Weber aveva ragionato anche sulle economie di agglomerazione, vale a dire che un nuovo insediamento industriale troverà convenienza a localizzarsi in un’area industriale già organizzata e dotata di tutti quei servizi necessari. Bene, le teorie di Weber sono confermate dalla storia. Nella localizzazione dell’impianto siderurgico di Taranto si è tenuto conto di un (gigantesco) triangolo che comprende parte del Mediterraneo e parte dell’Europa centro – orientale. Ed anche l’esperienza dei distretti industriali italiani rispecchia la teoria delle economie di agglomerazione. Nel prossimo appuntamento illustreremo le idee di un altro economista che si occupò di localizzazione industriale, il francese Perroux.

Prof. Giuseppe Cantarella

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