Secondo Abdulrrahman Shalgam, ex ambasciatore libico all’Onu ed ex ministro degli Esteri, ora passato dalla parte dei ribelli, Gheddafi sarebbe pronto a lasciare la Libia entro due, tre settimane al massimo. Di fatto il Rais starebbe trattando con dei paesi esteri per avere un posto sicuro dove stare. I paesi in pole position per ospitare il Colonnello libico sono sicuramente diversi, e voci di corridoio dicono che sarebbero uno africano, e uno europeo, la Bielorussia appunto. L’obiettivo è quello di non finire davanti al tribunale internazionale dell’Aia, tirandosi fuori da eventuali condanne o processi, sopratutto per cercare di mantenere il suo vastissimo patrimonio, anche se congelato dall’inizio dei bombardamenti. Le parole di Abdulrrahman Shalgam non sono da sottovalutare, anzi hanno un peso rilevante nel panorama frastagliato libico. Oltre a essere stato ambasciatore libico all’Onu ed ex ministro degli Esteri, conosce il Colonnello da più di 40 anni, da prima del golpe del 1969 che rovesciò re Idriss. Shalgam si è detto molto preoccupato per quello che potrebbe fare Gheddafi negli ultimi giorni prima di lasciare il Paese: «Gheddafi è un uomo pericoloso: prima di lasciare Tripoli non so cosa farà. Conto sulla forza del popolo di Tripoli, che non ha la mentalità delle tribù ma possiede una cultura pacifica. I cittadini di Tripoli vogliono la libertà e sono sicuro che salveranno la città dalla distruzione. Spero che chi è intorno a lui lo lasci prima che lui scappi. Sempre più città si uniscono ai ribelli. Quando anche le tribù delle montagne dietro Tripoli avanzeranno verso la capitale, penso che qualche reparto dell’esercito potrà abbandonare Gheddafi». Fino allo scorso febbraio Gheddafi chiamava Shalgam fratello, fino al momento in cui l’ex ministro lo ha accusato di crimini contro l’umanità, e il rapporto fra i due si è esaurito del tutto. Per quanto riguarda i pozzi petroliferi, e la ventilata ipotesi che il Rais ordini di incendiarli prima di lasciare il paese, come fece Saddam nell’Iraq, la questione è semplice. I ribelli controllano oltre il 40% dei giacimenti del Paese, e quindi non potranno essere distrutti. Il timore è quello di vedere andare letteralmente in fumo i giacimenti di Ghadames, controllati ancora dal colonnello, ma i danno non sarebbero grandissimi.
Salvatore Borruto