Reggio Calabria, basket a 360° con Flavio Tranquillo

Per dirla a modo suo…..affermare che Flavio Tranquillo è uno dei migliori tre telecronisti sportivi d’Europa è un autentico eufemismo. La prima voce della pallacanestro dell’emittente SKY riesce a trasmettere in ogni suo intervento una passione ed una competenza che in pochi altri riescono a fare. Tranquillo è un amante del basket e sa spiegarlo sia agli addetti ai lavori sia a chi si avvicina per la prima volta a questo sport. Flavio è anche un calabrese d’adozione dato che la sua signora è nata in provincia di Catanzaro. In questi giorni, è stato a Reggio Calabria per partecipare ad alcuni eventi giornalistici. L’occasione giusta per parlare di basket a trecento sessanta gradi. Il primo pensiero di Tranquillo è sulla Viola: “ La formazione neroarancio ha un passato importante che non deve diventare il punto di partenza in questo momento storico. Non si possono ricreare certe condizioni perché si alzerebbe troppo il livello d’aspettativa della gente. I tempi di Ginobili e Sconochini non si possono dimenticare ma, per ritornare a certe condizioni, bisogna farlo per gradi anche perché non è la stessa pallacanestro di quel tempo.”. E’ un basket  cambiato e che attraversa un momento di difficoltà; società in crisi, estati fatte di rinuncia e problemi di tante piazze anche importanti. Una volta non era così; la pallacanestro muoveva un flusso di denaro quasi pari al Dio Pallone; cosa è successo e come si può ritornare a fare avere un appeal a questo sport: “ Tempi diversi, flussi di denaro diversi, logiche di mercato diverse;  o si adegua questo sistema di pallacanestro professionistica all’attuale sistema economico oppure si rischiano ogni anno situazioni del genere. L’ideale sarebbe dei parametri fissi per ogni campionato in modo tale che, ogni anno, una società possa decidere a quale torneo partecipare in base alla sua forza finanziaria. L’impressione è che, se si continuano a portare avanti le logiche attuali, purtroppo, assisteremo a continue rinunce ed a campionati falsati a causa di tutti questi problemi che abbiamo appena esposto.”. Una strada per uscire dalla crisi è investire sul settore giovanile? “Potrebbe essere una buona soluzione, ma il motivo per cui i giocatori italiani non si sviluppano non va cercato sul loro mancato impiego in campo ma piuttosto si deve far sempre riferimento al passato; una volta tutta la struttura era diversa; istruttori, lavoro sul vivaio, competenze erano di un certo livello che non può essere paragonato a quello attuale;inoltre, investire su un atleta procurava un ritorno alle società con la vendita del cartellino a cifre abbastanza importanti (pensare ad un Rusconi che vola da Varese a Treviso per venti miliardi di vecchie lire, adesso sarebbe un’utopia, n.d.r.) ; tutte queste possibilità sono scomparse dal circuito; si deve ripartire potenziando la fase del reclutamento oppure è inutile inventare nuovi modi per rilanciare i giovani italiani perché, come detto, servono altri fattori.”. Un controsenso: la nazionale italiana ha tre giocatori nella NBA; tanti atleti di livello ma va incontro ad autentiche batoste. Il motivo: “ Siamo il paese dei paradossi; abbiamo detto delle difficoltà del nostro basket nel momento in cui ci sono individualità di altissimo livello; ma, dopo questa precisione, penso che si debba dare tempo ai ragazzi e Pianigiani per diventare squadra.  Il ciclo vincente della Spagna ha avuto un percorso lungo e difficile ma alla fine ha portato a raggiungere traguardi impensabili. L’Italia ancora non è pronta per ambire a grandi obiettivi ma credo che questa spossa essere la stagione per invertire la rotta o quanto meno per iniziare qualcosa i suoi frutti verranno raccolti nei prossimi anni.” . Le nuove regole sui tesseramenti, il mercato sempre aperto le società che cambiano roster ogni settimana; il tifoso non si identifica nei propri colori. Come fare per risolvere anche questo problema: “Manca stabilità, un aspetto che ha un valore sia dal punto di vista tecnico che per i tifosi; anche qui bisogna tornare a parlare dei problemi economici che, una volta risolti, possono fare in modo che le società abbiamo un continuità di uomini e progetti anche dal punto di vista tecnico.”. Per chiudere, un altro pensiero sulla Viola e  Reggio Calabria, una piazza in fase di rilancio: “Da appassionato, spero tanto che la città dello stretto possa tornare in alto. Solo facendo un passo alla volta si può avere la forza per far arrivare lontano un progetto che sta partendo del basso. E’ chiaro che i miracoli piacciono a tutti; ci fosse qualcuno in grado di investire milioni si potrebbe pensare in grado ed ogni discorso cadrebbe immediatamente; in assenza di questo, bisogna scalare un gradino alla volta. Lo hanno fatto in altre città, spero che accadrà anche per Reggio Calabria.”….Con un saluto ed un ringraziamento, da Flavio Tranquillo….

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About the Author: Nadia Fotia