Caso Azzarà, al momento non risultano richieste di riscatto

Francesco AzzaràNon risultano al momento richieste di riscatto, per l’operatore reggino di Emergency rapito il giorno di ferragosto. A riferire la situazione è stata Rosella Miccio, coordinatrice dell’Ong non governativa che opera nel settore dell’assistenza sanitaria. Sempre secondo la Miccio, Emergency sentendo le voci incontrollate di una richiesta di riscatto, ha chiesto chiarimenti alle autorità locali, le quali hanno risposto picche, dicendo che al momento nessuna richiesta di riscatto sia arrivata. Per il momento ha fatto sapere la coordinatrice, che le indagini vanno avanti, cercando di trovare una soluzione al più presto, per questa triste vicenda. Azzarà è stato sequestrato nella giornata di ferragosto, a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si dirigeva in auto verso l’aeroporto della città. Durante il tragitto l’auto di Azzarà è stata bloccata, e solamente lui è stato rapito dai malviventi. Azzarà è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che Emergency ha aperto in città nel luglio del 2010. Calabrese, reggino e precisamente originario della cittadina collinare ionica di Motta San Giovanni, laureato a Pisa in Economia aziendale si è poi specializzato in commercio estero. Ha avuto diverse esperienze professionali fuori dall’Italia. In Sudan era da circa un mese e mezzo dopo essere stato in altri Paesi sempre per Emergency. Questo il comunicato di Emergency che ha annunciato quanto accaduto: «L’associazione ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione ed ha altresì informato il Ministero degli Affari Esteri italiano. Un nostro team sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane. Emergency chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà ed auspica la piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda». Molto amareggiato Gino Strada, fondatore di Emergency: « Non ce l’aspettavamo. Stiamo cercando di capire il perché di questo fatto ma non c’è un motivo razionale. Siamo sorpresi, cerchiamo di capire il perché di quanto accaduto. Azzarà, era in macchina con altri due colleghi. Lui era l’unico internazionale. L’auto è stata circondata da gente armata che l’ha fatto scendere. Al momento non abbiamo avuto alcun contatto con i sequestratori. Nella zona di Nyala, ci sono molti casi di rapimenti, episodi di violenza, anche di delinquenza comune come normalmente avviene in ogni guerra. Eppure il sequestro mi ha lasciato perplesso, perché il team di Emergency a Nyala è stato sempre visto con tanto affetto, gestisce l’unico centro pediatrico che fornisce cure gratuite». I familiari si sono detti preoccupati, ma fiduciosi allo stesso tempo. Secondo loro questa è: «Un’esperienza che lo sta appassionando molto. La Farnesina ci ha assicurato che si sta facendo tutto il possibile per la liberazione di Francesco e, in questo senso, siamo fiduciosi, anche se la preoccupazione è tanta».

Salvatore Borruto

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