Mancano i fondi, Wikileaks rischia di chiudere

A meno di un mese dal primo anniversario dell’ondata di dati resi pubblici dal sito di controinformazione Wikileaks, la situazione delle casse della creatura di Julian Assange è disperata, tanto da ipotizzare una possibile chiusura del sito stesso. La causa di questo black-out finanziario è dovuta all’embargo finanziario imposto nel dicembre scorso dalla “triade” Visa-Mastercard-PayPal.

Un blocco che ha impedito al sito di raccogliere fondi e che potrebbe come già detto chiudere i battenti. Per ora il sito anti-segreti ha decretato la sospensione di ogni nuova pubblicazione, in attesa di sviluppi differenti. Secondo Assange: « Senza risorse nemmeno noi, per quanto efficienti, possiamo continuare. La causa di questo è da ricondursi a quelle corrotte istituzioni finanziarie che hanno unilateralmente deciso di strozzare economicamente WikiLeaks. Misura senza precedenti, illegale, antidemocratica. Un vero e proprio attacco alla sovranità nazionale europea, visto che le tre istituzioni controllano quasi il 100% dei passaggi di denaro di piccola entità fra i cittadini del Vecchio Mondo».

Stesso profilo assunto dal numero due di Wikileaks Kristinn Hrafnsson, il quale ha sottolineato come:« la questione non è rilevante solo per l’organizzazione, ma anche per la libertà di parola in generale che coinvolge altre associazioni, come Amnesty International e Greenpeace, che pure basano la loro capacità operativa sulle donazioni. Grazie a questa azione l’organizzazione ha infatti perso 40-50 milioni di euro». Wikileaks per sopravvivere ha bisogno di circa 3,5 milioni di dollari, almeno per cercare di mantenere un livello pari a quello dei dodici mesi precedenti, senza deficit importanti. Se questo non accadesse, Wikileaks: «Sarà costretta a bussare alla porta di una costellazione di individui abbienti. Opzione che non è nelle corde del sito e che potrebbe potenzialmente limitarne l’indipendenza e autonomia».

Comunque Assange non si dà per vinto, e annuncia nuove strategie e nuove soluzioni per ovviare alla situazione di stallo: «Dobbiamo avere fede, non posso credere che l’UE resterà con le mani in mano. Un nuovo sistema di consegna elettronica del materiale sensibile verrà presentato il prossimo 28 Novembre per marcare l’anniversario del Cable-gate. Il sistema sarà totalmente indipendente e slegato dal codice https oggi in uso per trattare le transazioni sensibili. Le agenzie di certificazione sono state infiltrate dai vari servizi segreti e non ci si può più fidare di loro».

Salvatore Borruto

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