Grecia, si va al governo di unità nazionale

Alla fine il premier Papandreou ha deciso di dimettersi e di cercare di formare un nuovo governo di unità nazionale. Pare che un accordo tra il premier e il leader dell’opposizione Antonis Samaras sia stato raggiunto, durante un incontro alla presenza del capo dello Stato Karolos Papoulias. Secondo i pronostici il premier sarà Lucas Papadimos, ex Vice Presidente della Bce. Gli esponenti del governo socialista greco e dell’opposizione, inoltre si sono incontrati per decidere i tempi necessari all’attuazione del piano di salvataggio della Grecia. Il futuro governo di unità nazionale porterà il Paese alle elezioni anticipate, che si terranno subito dopo tale attuazione. Un’ottima strategia che cercherà perlomeno di fare uscire il paese dalle secche in cui si è cacciato da diversi mesi. Per prima cosa perché questa mossa farà uscire la Grecia dalle tempesta finanziaria scatenata dagli speculatori; secondo perché così lo spettro del referendum Euro si, Euro no è stato scongiurato, salvando per il momento la tenuta dell’Euro stesso. Tutto questo è stato confermato da diverse agenzie le quali hanno dato per definitiva la scelta di Luca Papadimos, e anche dai mercati i quali hanno ben accolto la soluzione. Ieri infatti si è conclusa positivamente la nuova asta per la collocazione di titoli di stato semestrali. L’agenzia greca per la gestione del debito pubblico aveva previsto di collocare titoli per un miliardo di euro, ma la domanda ha superato le attese e sono stati venduti bond per un miliardo e trecento milioni. Quasi fermo il tasso di interesse, al 4,89 per cento, appena 0,03 punti percentuali in più rispetto alla scorsa asta, l’11 ottobre. Adesso l’unica incognita sarà quella relativa al piano di austerity che Papadimos dovrà mettere in atto per ripagare i debiti greci in giro per il mondo. Riuscirà a fare digerire le restrizioni ai cittadini greci già tartassati dalla crisi e dai tagli? Una bella sfida, che per il momento è iniziata nel verso giusto, come sottolineato dalla direttrice del Fmi, Christine Lagarde: «dal punto di vista del Fondo, ci vuole una chiarezza politica. E questa è la condizione che noi avanziamo sempre per qualsiasi negoziato».

Salvatore Borruto

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