Berlusconi ha rassegnato le dimissioni

 Silvio Berlusconi 

Ieri in tarda serata è arrivata la notizia delle dimissioni del premier Silvio Berlusconi dal suo incarico di capo del governo italiano. Era questione di ore ormai si sapeva che il cavaliere avrebbe fatto posto all’ormai imminente governo tecnico che dovrebbe essere guidato dall’ex rettore della Università Bocconi, il senatore Mario Monti. Durante la sessione alla Camera dei deputati oltre alle votazioni riguardo la legge di stabilità molti dei deputati hanno espresso le loro considerazioni riguardo le dimissione di Berlusconi . C’è chi tra i nostri parlamentari le ha accolte con gioia e c’è chi pur apprezzando il gesto del presidente del consiglio è stato nauseato dal fatto che in realtà il nostro governo è stato costretto ad abbandonare per volontà dell’Europa. Se non scomparirà il clima da guerra civile che aleggia nella nostra politica la destra e la sinistra continuano a scontrarsi senza alla fine concludere nulla e danneggiare il paese. I festeggiamenti stile calcistico con tanto di bandire, che hanno accolto in piazza la notizie delle dimissioni di Berlusconi sono il simbolo del clima politico che regna. Dovrebbe respirarsi un clima di tristezza e delusione poiché abbiamo subito l’umiliazione di una decisione imposta dall’alto ed saremo governati da un governo tecnico non votato dagli italiani. Berlusconi non è caduto perché lo ha voluto l’opposizione , che festeggia come se avesse vinto i mondiali di calcio, Berlusconi si è dimesso perché la crisi della finanza ed i giochi di palazzo non gli hanno più consentito di governare. E’ umiliante essere paragonati alla Grecia o essere bacchettati dal presidente Francese, che ha quasi i nostri stessi problemi , oppure essere compianti da Obama, l’uomo dei cambiamenti epocali. Se non fosse che gli Stati Uniti stentano a stare a “galla” e sono il paese dal quale è partita la crisi mondiale e nel quale alcuni stati hanno rischiato il default prima ancora che in Europa. Il governo tecnico ricalcherà le richieste della BCE ed il governo Monti non avrà ostacoli a far approvare davvero la cosiddetta manovra lacrime e sangue. L’importante è che, scongiurata la fase di necessità si torni con urgenza alle urne dove gli italiani legittimeranno i loro futuri governati.

Fabrizio Pace

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