Commissione Attività Produttive: Maria Grazia Nicolò espone 2 progetti

20111113-225746.jpgAi lavori della seconda Commissione, è intervenuta la dirigente generale del Dipartimento attività produttive, Maria Grazia Nicolò che ha esposto preliminarmente i contenuti di due distinti progetti di legge per i quali è stato proposto l’esame abbinato, che disciplinano il sistema degli incentivi alle imprese con lo strumento del credito d’imposta, di iniziativa della Giunta regionale e del consigliere Pasquale Maria Tripodi (gruppo Misto). Su proposta del presidente del gruppo consiliare del PdL, Luigi Fedele, la Commissione ha deciso di esaminare i due articolati nel corso della prossima seduta. “E’ stata una riunione – ha detto a conclusione dei lavori il presidente Morelli – che ha fornito in maniera esplicita le difficoltà in cui versano importanti settori della società civile ed imprenditoriale calabrese. Faccio mio l’appello che don Biagio Amato ha voluto lanciare nel corso della sua audizione, riconoscendo grandissimi meriti all’azione di sussidiarietà sociale e spirituale fornita dalle strutture cattoliche in tutta la Calabria. Un impegno che va sicuramente premiato e sostenuto, così come il lavoro diuturno e spesso silenzioso di centinaia di operatori ed operatrici sociali impegnati in questo settore. Sono certo che il presidente Scopelliti coglierà nel suo più intimo significato il valore del messaggio consegnatoci oggi da don Biagio Amato e, con spirito costruttivo, lavoreremo per inverare esigenze e bisogni di quanti quotidianamente servono gli ultimi della società consentendo loro un’esistenza dignitosa e serena”. Per il consigliere regionale Pasquale Tripodi “il grido d’allarme lanciato dal mondo delle strutture socio-sanitarie accreditate che assicurano in Calabria l’assistenza ai disabili e ai non autosufficienti, deve interrogare profondamente quanti oggi nella nostra regione detengono ruoli e funzioni di governo e responsabilità affinché sia sciolto al più presto il nodo cruciale dei pagamenti alle strutture. Siamo ormai giunti ad un punto di non ritorno. Il rischio è quello di una implosione di tutto il sistema sociale in una regione già fortemente deficitaria rispetto alle altre realtà, nell’offerta dei servizi alle fasce più deboli e svantaggiate. A pagare le restrizioni imposte dal Tavolo Massicci sono oggi dunque le fasce sociali in difficoltà mentre contestualmente ben sei mila dipendenti delle strutture rischiano, nel caso in cui non venissero reperiti i 50 milioni di euro, di essere collocati in Cassa integrazione con tutte le conseguenti ed inevitabili ripercussioni sociali. Non si capisce infine, perché su base regionale, solo determinate strutture abbiano ricevuto alcune mensilità delle spettanze mentre altre siano rimaste insolute. Gli interventi infatti sono stati erogati a macchia di leopardo con grande disparità di trattamento.

Giuseppe Dattola

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