Dilaga la protesta contro Putin

Non accenna a diminuire la protesta contro il premier russo Putin. I dimostranti in maniera spontanea si stanno riunendo in imponenti manifestazioni, contro il sistema di potere oligarchico del nuovo zar. La proteste si sono scatenate subito dopo i risultati elettorali di inizio settimana, in cui il partito di Putin, seppur con una emorragia di voti immane, ha mantenuto la maggioranza alla Duma (la Camera Russa), senza dovere ricorrere ad alleanze per governare.

Tensione altissima in tutti i centri nevralgici del paese, e soprattutto nella capitale Mosca. Poliziotti in assetto antisommossa, cariche delle forze dell’ordine e tanta rabbia. La protesta è stata organizzata via facebook dal gruppo «La rivoluzione continua? Sì!» con slogan “Russia senza Putin”. La polizia ha circondato la piazza con decine di bus e camion portando via diversi manifestanti. Inoltre a fianco della manifestazione contro il governo russo, sfilano i dimostranti filo-governativi, a ritmo di tamburi battenti e bandiere tricolori. Questa manifestazione, anch’essa non autorizzata come la prima, subisce però un “trattamento di riguardo” (chissà perché) rispetto alla prima. In sintesi non viene ostacolata dalle forze dell’ordine, ma viene in qualche modo salvaguardata.

Durante la manifestazione sono stati numerosi gli arresti e i fermi, solamente tra i dimostranti anti-Putin. Inoltre la polizia ha fermato in centro a Mosca, precisamente in piazza Triunfalnaia, oltre 250 partecipanti ad una manifestazione promossa via Facebook per protestare contro le «elezioni farsa» di Domenica. Tra gli arrestati figurano l’ex vicepremier Boris Nemtsov, lo scrittore Eduard Limonov e il leader del Partito riformatore filo-occidentale Iabloko Serghiei Mitrokhin.

Salvatore Borruto

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