Regno Unito

20111221-041239.jpgCome scrivevamo la scorsa settimana, il “sorpasso” degli Stati Uniti ai danni del Regno Unito, nel ruolo di leader mondiale dell’economia, è avvenuto all’inizio del XX secolo, in conseguenza delle vicende della Prima Guerra Mondiale. Ciò vuol dire che fino agli inizi del ‘900 l’economia mondiale era dominata dalla monarchia britannica. Il Regno Unito ha avuto un ruolo di primissimo piano nei secoli del colonialismo, soprattutto fra il ‘500 ed il ‘900, quando ha costituito basi commerciali di grande rilievo praticamente in tutti i continenti: in Egitto, in India, nel Nord America (le celebri tredici colonie da cui poi, nel 1776, si formeranno gli Stati Uniti d’America). Ancora nell’800 il Regno Unito dominava il Mediterraneo, attraverso il possesso di tre punti strategici: la rocca di Gibilterra (ancora oggi possedimento britannico), all’imboccatura Ovest; Malta; il canale di Suez, inaugurato nel 1869, costruito in territorio egiziano con capitali inglesi, all’estremo orientale. E non bisogna dimenticare il mandato che il Regno Unito ricevette, in conseguenza dello smembramento dell’Impero Ottomano, all’inizio del ‘900, di vigilare sull’area del Golfo Persico, e di tracciare i confini di Iraq, Arabia Saudita e Kuwait, cosa che venne effettuata dal proconsole britannico Sir Percy Cox tenendo conto della posizione dei giacimenti di petrolio. Già, il petrolio. Nel corso del ‘900 l’economia britannica si è caratterizzata per una forte presenza nel mercato degli idrocarburi, sia come paese estrattore, sia come paese esportatore. Nel Mare del Nord sono presenti numerosi giacimenti di petrolio dove aziende britanniche estraggono l’ “oro nero”, facendo del Regno Unito uno fra i primi dieci paesi produttori, al Mondo, di idrocarburi. Ma, come se non bastasse, le aziende petrolifere britanniche continuano ad utilizzare le concessioni nel Golfo Persico, che risalgono alla Shell ed alla British Petroleum. La potenza economica britannica è anche, tradizionalmente, una potenza finanziaria. Le assicurazioni sono state inventate in Gran Bretagna – i Lloyd’s – e sempre in Regno Unito le banche assumono un rilievo notevole. Londra è la principale piazza finanziaria europea, che si pone sullo stesso piano di New York e di Tokyo. Conferma e dimostrazione di una tale potenza finanziaria sta nella constatazione che il Regno Unito è uno dei pochi paesi al mondo che emette monete d’oro. Certo, nessuno a Londra va a fare la spesa con sterline d’oro: queste monete vengono acquistate per tesaurizzazione, vale a dire in attesa di un aumento del prezzo dell’oro. Ma ciò rende l’idea delle immense riserve valutarie della Bank of England. Pur facendo parte dell’Unione Europea, il Regno Unito non ha adottato l’Euro, per decisione del governo britannico, e si capisce facilmente perché: soprattutto all’inizio della storia della moneta comune europea, si trattava di sostituire una moneta forte come la sterlina con una moneta sulla quale esistevano forti interrogativi. Ed ancora oggi le autorità britanniche si sono opposte al piano di salvataggio del debito pubblico europeo, per timore che la sterlina possa essere coinvolta in situazioni difficili. Certo, il Regno Unito se lo può permettere.

Prof. Giuseppe Cantarella

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