India

25\01\2012 – L’Unione Indiana è un altro Paese in Via di Sviluppo le cui performance di crescita del Prodotto Interno Lordo  sono davvero impressionanti, se paragonate con le risicate percentuali che si registrano nel mondo occidentale relativamente alle nazioni a capitalismo maturo. Le statistiche, infatti, ci dicono che questo colosso asiatico di 1 miliardo e 200 milioni di abitanti ha fatto registrare, in questi ultimi tre anni, tassi di crescita del PIL dell’ordine del 9%. Similmente alla Russia ed alla Cina, anche per l’India si tratta di uno Stato dalle immense dimensioni (all’incirca 3 milioni e 300 mila kmq) dotato di notevoli risorse, sia di natura energetica, sia di natura mineraria, sia di natura agricola. L’India è un antico possedimento britannico, che raggiunse l’indipendenza nel 1947 sotto la guida di Ghandi, che condusse la battaglia contro il colonizzatore attraverso lo strumento della “non violenza”, vale a dire il rifiuto pacifico delle leggi considerate ingiuste. La società indiana è suddivisa in quattro caste principali: i sacerdoti, i guerrieri, agricoltori e mercanti, i servi. Oltre a queste quattro caste, vi sono le persone che non appartengono a nessuna di esse, che son detti i paria: proprio ad essi ed alla loro emancipazione si era rivolta la politica del Mahatma Ghandi. La religione dominante in India è l’Induismo, che annovera tra i suoi principi la reincarnazione delle anime e , di conseguenza, la sacralità di alcuni animali, come i bovini, che non è difficile vedere camminare liberamente per le strade di Nuova Delhi (la capitale) o di Calcutta, ma anche dei topi, cui è dedicato addirittura un tempio a Karni Mata, nello stato del Rajastan.

Le condizioni economiche della popolazione indiana sono caratterizzate da forti contraddizioni: povertà e ricchezza coesistono, così come convivono aspetti di modernità e di tecnologia accanto a tradizioni antichissime. Gli aspetti di modernità in India si ravvisano nello sviluppo del settore terziario ad alta tecnologia, particolarmente nella localizzazione dei call center, che utilizzano operatori che parlano un Inglese perfetto. La ricerca nucleare ed aeronautica ha compiuto in questi anni poderosi passi in avanti. Da segnalare la grande importanza che riveste l’industria cinematografica, nel suo polo di Bombay che ha fatto sorgere la denominazione di “Bollywood” in assonanza con la storica capitale californiana del cinema. Si registra, tuttavia, una certa difficoltà dell’India nel processo di integrazione internazionale, quasi una sorta di reticenza ad assimilare appieno le caratteristiche del mondo globalizzato, e questo in presenza di una certa carenza di risorse energetiche che obbliga a consistenti importazioni di petrolio, che si prevede che cresceranno ancor di più nei prossimi anni in relazione alla crescita complessiva dell’economia. Inoltre, all’interno degli accordi internazionali sul libero scambio dei prodotto agricoli, di cui l’India è un importante esportatore, si osservano posizioni alquanto in contrasto con i principi di libera circolazione delle derrate agricole stipulati all’interno del World Trade Agreement. Certo, l’India rimane comunque un Paese che offre interessanti opportunità di investimenti industriali, grazie al basso costo della mano d’opera ed alla presenza di mercati di prodotti industriali in espansione, primo fra tutti quello dell’automobile. Numerosi gruppi industriali italiani sono presenti nell’Unione Indiana: Ansaldo, Benetton, Danieli, Magneti Marelli, Eni, FIAT, Ferrero, ed altri. La crescita del turismo in India è legata alla scoperta ed alla valorizzazione delle bellezze artistiche ed architettoniche presenti, su cui spicca il famoso Taj – Mahal ad Agra, presso Nuova Delhi.

Prof. Giuseppe Cantarella

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