29\01\2012 – Dopo i giorni milanesi, la moda uomo torna a farci sognare in quel di Parigi! Si è svolta, infatti, dal 18 al 22 gennaio, la settimana della moda parigina dedicata al sesso maschile! Molte le differenze tra i due eventi, non solo per la location e gli stilisti che hanno presentato le loro collezioni Autunno Inverno 2012/2013. Malgrado la vicinanza temporale tra i due, la distanza tra le proposte presentate nelle due capitali della moda appare, infatti, abissale. Tanto sobria e tradizionale la moda italiana, quando anticonformista e ardita quella parigina. Sì perché le maison presenti a Parigi non si sono proprio risparmiate quanto a sregolatezza ed eccentricità. Sulla passerella sfila una moda fatta di eccessi ed apparenza, senza però dimenticare mai la sostanza. Il messaggio è chiaro: osare, osare ed ancora osare, ma con un occhio sempre alla qualità e allo stile. Ed un omaggio alla classe ed alla sartorialità è senza dubbio la collezione Dior Homme. È uno stile decisamente diverso dal solito, quello degli abiti presentati dal designer Kris Van Assche. Lo sportswear ruba la scena al classico, senza dimenticare mai l’importanza della buona costruzione di un capo, anche quando si tratta di abbigliamento informale. Ed ecco allora in scena una collezione interamente ispirata al mondo militare. Sfilano divise da ufficiale di fanteria, dove cappotti e mantelle doppio petto, giacconi da soldato e completi che sembrano alte uniformi la fanno da padroni. Senza dimenticare poi riferimenti alla marina, con chiusure ad alamari, all’aviazione e alle tute mimetiche da neve. Il tutto declinato, ovviamente, nei colori dell’esercito: grigio scuro, verde salvia, beige e nero.
Un gusto prettamente militaresco è anche quello proposto da Viktor & Rolf, che però non disdegna neanche il classico. L’uomo che calca le passerelle è un signorino intellettuale e contemporaneamente affascinante icona di stile. Gli abiti sono, infatti, dal taglio formale, ma hanno le spalle rinforzate; classici, ma abbinati al colbacco di pelliccia. Sopra cappotti in alpaca decostruiti, parka in nylon di cotone e trench dal sapore militare, arricchiti da un voluminoso collo di pelliccia. L’abito formale trova la sua massima espressione nelle giacche da smoking in seta ultra fine abbinate a pantaloni in morbida nappa. La maglieria è versatile: va in scena in double-face in shearling e crepe di lana.
E’, invece, un incontro di culture diverse, tradizioni e metropoli l’uomo di Louis Vuitton. Accompagnata dalla musica di Giorgio Moroder, re della disco music, sfila, infatti, una collezione ispirata a due grandi città, Parigi e Tokio, e al modo in cui si sono influenzate nella storia. Il “Japonisme” del XIX secolo si alterna alle ibridazioni socio-culturali degli anni ’70 e ’80, per una passerella che parla – come dice il designer Kim Jones – del “gusto francese così com’è percepito all’estero. Uno stile che si è evoluto grazie alla globalizzazione, all’incontro tra stili e culture diverse sui marciapiedi delle stesse città”. Il risultato sono abiti dalle silhouette estremamente grafiche e dai materiali tecnici. La tradizione sartoriale orientale e quella occidentale sono perfettamente integrate. Si passa dalla camicia kimono al bomber in nylon, ma con il collo bordato di pelliccia. Splendide la giacca da baseball in coccodrillo e le mischie di seta e cachemire. I tessuti kimono giapponesi compaiono nei completi da sera, mentre la maglieria è anche qui d’ispirazione militare e con volumi ampi. Fondamentali gli accessori: doctor bag, borse-portfolio in coccodrillo e lucertola, spille con piume, orecchini, colli e cravatte.
Un’altra grande città è, invece, protagonista della collezione di Jean Paul Gaultier. L’atmosfera è, infatti, quella della Londra uggiosa di fine ‘800. L’uomo che calca la passerella è di altri tempi: crede nella sartorialità, ma sconvolge tutto con abbinamenti futuristici. Il gilet di pelle incontra la stola di pelliccia; pantaloni da jogging si portano rigorosamente dentro gli anfibi ed un’arrogante stampa di mattoni rossi fa capolino sotto il cappotto doppiopetto color cammello (un classico anche per l’uomo). Lascia, infine, senza fiato la strana coppia di frac e tuta melange. In una settimana in cui l’anticonformismo l’ha fatta decisamente da padrone, delude un po’ in quanto a stravaganza John Galliano. Lui che ci ha abituato a pazzie e colpi di testa, è apparso meno eccentrico del solito. Certo vuole stupire come sempre, ma stavolta lo fa con cognizione di causa ed una voglia di eleganza in più rispetto al passato. In passerella ecco allora sfilare un moderno gangster che sembra aver saccheggiato il guardaroba di Al Capone. Trench lunghi ed avvitati, completi in gessato indossati con una candida camicia abbottonata fino al collo, ma senza cravatta, cappotti stretti in vita da maxi cinture e cappelli in feltro con la tesa rigida. Se la parte superiore del corpo ha silhouette rigide e aderenti, con tanto di panciotto, lo stesso però non si può dire per il sotto, che appare decisamente più morbido, con pantaloni dal cavallo basso o in puro stile aladino. Torna anche qui l’ispirazione militare, vero must di stagione. Ecco allora sfilare pantaloni stretti sul polpaccio o infilati negli stivali alla caviglia, colori mimetici e giacche e giacconi rubati alle più svariate divisioni dell’esercito. Insomma anche a Parigi, come a Milano, se ne son viste delle belle. Qualunque sia stata la fonte d’ispirazione, gli stilisti hanno, infatti, portato in scena un uomo decisamente Uomo. Il messaggio è chiaro: basta corpi ed atteggiamenti rubati alla femminilità! L’uomo è finalmente tornato ad essere Uomo, con grande gioia di noi donne! Un uomo che non vuole più solo stupire con i suoi mille eccessi, ma che vuole anche conquistare con la forza della sua mascolinità! Un Uomo che ci piace!!!
Consuelo Occhiuto
fonte video FashionweekNow