Strani comportamenti dell’autorità giudiziaria indiana

I due Marò italiani imbarcati per garantire la sicurezza alla petroliera Enrica Lexie sono stati sottoposti a diverse strane procedure da parte dell’autorità indiana, prima fra tutte l’arresto. In un primo momento, grazie alla macchina diplomatica, l’India si era dimostrata molto collaborativa con i colleghi italiani giunti per accertare la veridicità delle accuse.

Le cose sembrano invece cambiate ieri quando è stata stabilita la prima perizia balistica alla presenza della quale non sono stati “invitati” gli esperti italiani (non se ne capisce il motivo). Già l’operazione dell’arresto e del conseguente sequestro sulla nave delle armi date in dotazione ai nostri soldati non era apparso regolare, ma questa mancanza di rispetto è già abbastanza.

La nave è ancora ferma e non può riprendere il suo viaggio, anzi potrebbe se pagasse 450,000 euro che è quanto stranamente richiesto dalle famiglie dei pescatori o pirati uccisi. Se l’Italia non si farà valere, i nostri due soldati rischiano, subendo un processo con la legislazione locale, dall’ergastolo alla pena di morte. Ma soprattutto dobbiamo rammentare che si dichiarano innocenti. La politica internazionale deve fare qualcosa e la nostra diplomazia non può farsi trattare così !

FMP

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.