Siria la scia di sangue non si arresta

Non accenna a diminuire la repressione in Siria. I bombardamenti sulla cittadina di Homs sono ripresi in maniera continua ed indiscriminata. Solamente nella giornata di ieri sono stati almeno dieci morti, secondo quanto riferiscono i Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime, che forniscono una lista dettagliata delle vittime.

Le nuove rappresaglie sono iniziate in seguito all’aggressione da parte dei dimostranti, di alcune truppe filogovernative, i cosiddetti “shabiha” cioè “spettri”, in lingua araba. Ancora sangue, terrore e morte, proprio all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di una dichiarazione a sostegno della missione dell’inviato speciale in Siria per l’Onu e la Lega araba, Kofi Annan. Una vera e propria provocazione da parte del regime di Assad, il quale pare che non voglia accettare in nessun modo le indicazioni dell’Onu.

Il piano di distensione, molto semplice prevedeva: il rispetto del termine del 10 Aprile per il disimpegno militare e il cessate il fuoco anche da parte dell’opposizione entro le 48 ore successive.

Intanto la situazione molto convulsa e pesante, ha fatto si che oltre 2.400 siriani della regione nord-occidentale di Idlib siano fuggiti verso la turchia, per cercare di sfuggire alla furia del regime degli Assad.

Salvatore Borruto

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