Assad: «Fuori gli stranieri dal paese»

Prosegue la sfida di Damasco all’Occidente. La Siria, invocando un presunto “principio di reciprocità” ha espulso tutti gli ambasciatori e il personale diplomatico straniero, compresa la rappresentanza italiana. Il presidente Assad ha fatto sapere che: «l’iniziativa è la risposta all’azione coordinata dei 15 Paesi occidentali che la scorsa settimana hanno espulso i diplomatici siriani». Una sorta di risposta per le rime del paese medio-orientale, il quale cerca di mostrare i muscoli nei confronti delle autorità occidentali. Adesso l’attenzione si sposterà sulla tre giorni di Putin in Cina. Infatti lì oltre agli affari fra i due giganti dell’est, si parlerà della situazione siriana più tesa che mai. Da un lato la Russia, non vorrebbe fermare i rapporti commerciali, sopratutto di armi, con il regime di Assad, dall’altro la Cina vorrebbe confermare con il paese siriano i rapporti energetici. Tutto questo sta portando a uno stallo totale in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove Russia e Cina si sono messe di traverso. Dalle decisioni del meeting in Cina dunque, si potrebbe delineare il futuro siriano. La linea però molto probabilmente non è destinata a cambiare: la diplomazia cinese ha già sottolineato che Pechino e Mosca sono contrari tanto a un intervento armato che a un cambio di regime con la forza.

Salvatore Borruto

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