A Parigi riuniti gli “Amici della Siria”

Si sono riuniti nella mattinata di ieri a Parigi gli “Amici della Siria”. A presiedere la riunione il presidente francese François Hollande, il quale ha ribadito senza dubbio che: «Bashar al-Assad se ne deve andare. Il conflitto siriano è diventato una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale». Concetto forte e chiaro quello espresso dalle diplomazie occidentali. «E’ anche nell’interesse della Siria, dei suoi vicini e di chiunque voglia la pace nella regione, chiedere le dimissioni del presidente siriano» ha proseguito Hollande, esortando la comunità internazionale a inasprire le sanzioni nei confronti del regime di Assad.

Ecco il documento d’intesa in cinque punti presentato dal presidente francese ai rappresentanti dei Paesi occidentali e arabi:

–       Il rifiuto di ogni impunità per i crimini;

–       l’applicazione reale ed effettiva delle sanzioni economiche e finanziarie;

–       il rafforzamento del sostegno all’opposizione con la fornitura di mezzi di comunicazione;

–       l’organizzazione di un sistema di aiuti umanitari efficaci per andare a sostegno delle popolazioni colpite;

–       la promessa che la comunità internazionale aiuterà il popolo siriano a ricostruire il paese dopo il conflitto.

Grandi assenti della riunione Cina e Russia, in posizione di forte attrito con il resto della Comunità Internazionale. Infatti i rappresentanti di Mosca e Pechino hanno disertato la riunione in nome della non ingerenza nelle questioni interne siriane. Un appello a loro è arrivato da Hollande: «Mi rivolgo a chi non è presente siamo arrivati a un punto della crisi siriana in cui non è più discutibile che sia diventata una minaccia per tutti». Inoltre Abdel Basset Sayda, capo del Consiglio nazionale dell’opposizione siriana ha chiesto l’immediata istituzione di una no-fly zone sui cieli siriani, per attuare un corridoio umanitario urgentissimo per la popolazione: «Tutte le misure devono essere intraprese affinché si possano stabilire corridoi umanitari e una no-fly zone che impedisca alle forze militari di volare sopra ai soldati disertori e ai civili e bombardarli, il regime del presidente Assad è sul punto di cadere».

Salvatore Borruto

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