Quirinale vs Procura di Palermo

Giorgio Napolitano

Si è verificato un episodio alquanto singolare, il Capo dello Stato ha deciso di ricorre alla Cassazione per difendere il rispetto delle prerogative che la Costituzione italiana assegna al Presidente della Repubblica che sarebbero state violate dalla Procura di Palermo. Quest’ultima avrebbe intercettato le conversazioni del Quirinale violando, a parere di Giorgio Napolitano, la Costituzione (articolo 90 e legge del 1987 ) che attribuisce al Presidente della Repubblica il privilegio di non essere sottoposto a indagini ed intercettazioni le quali eventualmente non potrebbero essere in alcun modo valutate, utilizzate o trascritte. Il comportamento della procura palermitana sarebbe per il Colle lesivo per la figura dell’integrità morale e istituzionale del Presidente. Il danno maggiore si potrebbe avrebbe con la divulgazione del materiale, riguardante le intercettazioni, e la successiva consegna ai difensori delle persone indagate. I magistrati non la pensano come Napolitano e rimangono ancorati sulle loro posizioni, anzi Messineo assicura che nella vicenda, tutte le norme a tutela del Presidente della Repubblica sono state rigorosamente rispettate e Ingroia ribadisce che un’intercettazione tra una persona grantita dall’ immunità e un indagato può essere utilizzata se è importante per chiarire la posizione degli indagati. Dietro questo strano e dannoso conflitto istituzionale, si pone oggi, per l’ennesima volta, il problema sollevato in passato spesso dal PDL: porre dei limiti e delle regole ben precise alle intercettazioni ed alla loro divulgazione.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.