Un Autunno “caldo” attende la politica italiana sul fronte giustizia

Continua il botta e risposta tra il mondo della politica e quello della magistratura dopo il caos scatenato dall’operato della procura di Palermo (avrebbe intercettato anche il telefono del Presidente della Repubblica per fatti inerenti alle presunte trattative Stato-Mafia). Lo sconfinamento dei poteri è adesso richiamato da entrambe le parti.

Da un lato il mondo politico, forte anche del parere del premier Mario Monti, il quale menziona l’abuso dello strumento intercettativo, dall’altro il pm Ingroia che non nasconde i suoi seri dubbi sull’operato di Palazzo Chigi. Riaffiora quindi per quasi tutti  i partiti politici (IDV escluso) il gravoso problema della riforma della giustizia e sopratutto di una regolamentazione dell’uso del validissimo strumento delle intercettazioni telefoniche. Il PDL ovviamente ricorda che sono anni che si tenta di fare qualcosa in tal senso e che Ingroia agisce come un militante politico e non come un pm.

Di Pietro invece, da ex collega, offre il suo incondizionato appoggio al magistrato cercando di focalizzare l’attenzione su come adesso si voglia realizzare quanto non riuscì al Governo Berlusconi. Insomma sembrerebbe che alcuni nel nostro Paese, non vogliano proprio sentir parlare di riforma della giustizia. Invece, se fatte con i giusti accorgimenti, aiuterebbero l’Italia, snellirebbe l’azione dei magistrati, darebbe qualche garanzia in più alle parti in causa nei processi e aggiornerebbe un sistema arcaico.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.