Intervista a D’Arrigo (Redel Reggio Calabria)

D’Arrigo coach Redel RC

Coach D’Arrigo e la redel proseguono il loro percorso congiunto. D’altronde, la dirigenza reggina non poteva farsi scappare l’uomo che ha condotto una formazione alla prima apparizione in Serie C Nazionale fino alla semifinale dove Cavalieri e compagni si sono arresi con onore al fortissimo Trapani. Adesso la storia si ripete per un’altra annata che deve essere di conferma e l’ottimo mercato fatto da Cristian gemelli e Di Bernardo conferma queste intenzioni D’Arrigo è pronto e motivato in questo suo secondo anno alla Redel. Le sensazioni dopo la splendida cavalcata della passata stagione?” pensando all’anno sono tante le sensazioni che mi porto dietro e il pensiero va a quei giocatori della scorsa stagione che quest’anno non sono più con noi alla Redel. bisogna sempre fare tesoro dell’esperienze vissute e non dimenticare mai totalmente quello che è stata la stagione scorsa. Quello che mi porto dietro soprattutto sono le mille difficoltà e gli sforzi fatti insieme con giocatori e società e sponsor per affrontarle.”. Il segreto di un campionato stellare: “pensando all’anno sono tante le sensazioni che mi porto dietro e il pensiero va a quei giocatori della scorsa stagione che quest’anno non sono più con noi alla redel. bisogna sempre fare tesoro dell’esperienze vissute e non dimenticare mai totalmente quello che è stata la stagione scorsa. Quello che mi porto dietro soprattutto sono le mille difficoltà e gli sforzi fatti insieme con giocatori e società e sponsor per affrontarle.”. Le prospettive per questo 2012-13: “quest’anno abbiamo allestito una buona squadra mettendo come idea base il concetto di appartenenza alla città tanto che solo due giocatori non sono reggini. In società è inoltre entrato Domenico Comandè seguendo anche l’idea di allargarsi alla città. L’obbiettivo è quello di fare un buon campionato cercando di giocare un buon basket così da avvicinare ancora di più la città al progetto Vis dopo le ottime risposte della scorsa stagione. Vincere o perdere è un discorso per me secondario sfortunatamente legato solo a un concetto distorto di competitività. La cosa che ha realmente importanza credo sia sentire la fatica dell’allenamento e far capire ai tifosi che qui c’è gente che, in mezzo a tanta ostentazione e discorsi inutili, mette al primo posto la fatica.”. Il momento difficile del basket: “quest’anno abbiamo allestito una buona squadra mettendo come idea base il concetto di appartenenza alla città tanto che solo due giocatori non sono reggini. In società è inoltre entrato Domenico Comandè seguendo anche l’idea di allargarsi alla città. L’obbiettivo è quello di fare un buon campionato cercando di giocare un buon basket così da avvicinare ancora di più la città al progetto Vis dopo le ottime risposte della scorsa stagione. Vincere o perdere è un discorso per me secondario sfortunatamente legato solo a un concetto distorto di competitività. La cosa che ha realmente importanza credo sia sentire la fatica dell’allenamento e far capire ai tifosi che qui c’è gente che, in mezzo a tanta ostentazione e discorsi inutili, mette al primo posto la fatica.”. Come si porta avanti un progetto positivo a questi livelli: “intanto con un cambio radicale della mentalità. A giugno insieme al duo Di bernardo- Gemelli abbiamo deciso di dare un segnale forte percorrendo tre vie: la prima legata al fair-play finanziario mettendo un tetto per gli stipendi anche se questo c’è costato la rinuncia a diversi ottimi ragazzi prima che ottimi giocatori, abbiamo inoltre acquistato 2 giovani atleti seguendo quell’idea di programmazione guardando al futuro e non solo al presente. La seconda legata al fair-play: chiediamo a chi viene a vedere la partita un sostegno “per” e non “contro”!!! responsabilizzeremo i giocatori a tenere un comportamento sportivo in campo con arbitri e avversari accettando il fatto che l’errore fa parte del gioco. la terza via è semplicemente il sunto delle prime due: dare un’idea pulita e positiva e quindi appetibile del progetto nato lo scorso anno cercando di allargare la struttura dirigenziale inserendo nuove figure che rispecchiano i valori che cerchiamo di mettere in campo: fatica e passione.” Il sogno nel cassetto?” un orto da zappare in un posto dove non arrivi la corrente elettrica. come allenatore sono scarso”. E dopo questa risposta, un grosso in bocca al lupo ad un ragazzo che vive questo sport con tanto entusiasmo e passione, due aspetti che non dovrebbero mancare..a nessun livello..

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