Caligiuri è intervenuto in video conferenza alla VI ed. di Lu.Be.C. Lucca Beni Culturali

L’Assessore regionale e Coordinatore della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni Mario Caligiuri, intervenendo questa mattina in video conferenza alla sesta edizione di Lu.Be.C. Lucca Beni Culturali – l’incontro internazionale sulle tecnologie per i beni culturali che ha aperto oggi i battenti per concludersi il 20 ottobre – ha sottolineato che “L’Italia e’ una nazione culturale e rappresenta la prima potenza mondiale del settore. Appunto per questo e’ una priorità politica costruire in Italia e nelle singole regioni modelli di sviluppo economici basati sulla cultura”. Caligiuri – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale -, che e’ intervenuto al convegno “Cantiere Cultura: dal dire al fare: pubblico e privato, ricerca e tecnologia, turismo e nuove opportunità di lavoro”, ha evidenziato i risultati conseguiti dalla Commissione Cultura delle Regioni con la costituzione della Cabina di regia, coordinata dal Sottosegretario Roberto Cecchi, istituita presso il Ministero dei Beni Culturali, dove insieme si stanno confrontando Ministero, Regioni, Province e Comuni. Inoltre ha anche ricordato il rapporto avviato con i privati per la valorizzazione del patrimonio culturale, tanto che sono state proposte delle linee guida all’attenzione della prossima seduta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Caligiuri ha pure sottolineato il progetto “Calabria Jones”, promosso della Regione Calabria, che e’ presente a Lucca con lo stand istituzionale dove viene illustrata con materiali e documentazione l’iniziativa. “Calabria Jones” – ha ribadito Caligiuri – “e’ il progetto di educazione all’archeologia più significativo che si stia realizzando attualmente in Italia, coinvolgendo oltre 5 mila giovani della scuola media, che noi vogliamo diventino i primi conoscitori, studiosi e divulgatori della storia e dei tesori culturali della nostra regione”. L’Assessore ha illustrato infine il coinvolgimento di prestigiosi atenei italiani e internazionali, oltre quelli calabresi, per “fare diventare la Calabria una delle più significative aree di studio scientifico sull’archeologia dell’Europa e del Mediterraneo”.

 

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