Reggio Calabria, riifiuti: distinguo, colpe e responsabilità

La città è sommersa di rifiuti. Colpa anche di amministratori distratti o non all’altezza. Certo ci sono pure difficoltà obiettive (la decisione della multinazionale francese Veolia di abbandonare l’Italia), ma bisogna pure considerare che il problema parte da lontano, a cominciare da una mentalità sbagliata. Di spazzatura ci si può arricchire o morire. Dipende dalle scelte a monte. A Reggio la questione si sarebbe potuta risolvere un mese addietro se Palazzo San Giorgio avesse realizzato la strategia indicata dalla Regione. Si è scoperto che il 16 aprile il dirigente del settore Bruno Gualtieri aveva scritto ai commissari, mettendo a disposizione le discariche di Siderno, Gioia Tauro, Lamezia e Catanzaro (oltre che Sambatello): si sarebbero potuti smaltire da 180 a 500 tonnellate al giorno. Ci sono state risposte evasive (“non si riesce a smaltire più di 150 tonnellate al giorno”), oppure quella di utilizzare in esclusiva le suddette discariche sette giorni su sette per due-tre settimane. Richiesta impossibile perché in tal caso si sarebbero aggravate le situazioni degli altri centri. Venerdì scorso il governatore Giuseppe Scopelliti con un nuovo atto di coraggio per la sua città ha firmato un decreto che consentirà di smaltire 400 tonnellate al giorno dei rifiuti reggini (oltre a quelli di Sambatello) a Pianopoli. Se Palazzo San Giorgio sarà in grado di operare di conseguenza entro due settimane Reggio potrà ritornare pulita. Certo sulla questione-Rifiuti a Reggio qualche riflessione va fatta anche per dare a Cesare quel che è di Cesare. Leggiamo commenti, opinioni e giudizi che genericamente accusano la politica che indubbiamente non è certo immune. Ma ciò non può rappresentare un alibi. Bisogna avere pure il coraggio di dire le cose come stanno: se un sindaco qualsiasi (facciamo Arena) non avesse raccolto l’assist della Regione (ci riferiamo alla lettera di Gualtieri ai commissari) a quest’ora i soliti opinionisti lo avrebbero messo in croce. Siamo convinti che la terna commissariale guidata dal dott. Panico sta operando bene, ma è anche vero che tutti possono sbagliare. In questa vicenda avrebbero potuto fare meglio. E quindi è assurdo attaccare solo la politica, sparando nel mucchio. Per fortuna c’è un governatore che, a differenza di altri politici non perde mai occasione per venire in aiuto alla sua città, facendo solo fatti. La stampa sabato scorso “a reti unificate” ha pubblicato una nota di due soliti “grilli parlanti”: il primo ha avuto il merito di aver assistito nella primavera del 2010 al miracolo dell’acqua del Menta (la famigerata bevuta di Loiero), il secondo di cambiare posizione politica (dalla quasi estrema sinistra si è trasferito verso il Pd, ingannando i suoi lettori). Adesso entrambi vogliono vestire i panni dei “consigliori” della terna commissariale. La loro analisi è la classica scoperta dell’acqua calda: dimostrano di sapere cosa serve per evitare a Reggio un’estate da incubo. Sarebbero stati credibili però se, assieme alle critiche scriteriate, avessero in premessa ricordato cosa hanno fatto loro per questa città quando nella passata legislatura erano assessori alla corte di “Re Agazio”.

FRECCIA DEL SUD

 

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About the Author: Redazione ilMetropolitano