La scalata di Mazzarri, gli anni vissuti alla Reggina

27\05\2013 – Dalla serie c2 con l’Acireale dell’allora presidente Pulvirenti, ad una delle panchine più prestigiose del mondo come quella interista. Dieci anni di duro lavoro, gavetta, fatica, ma anche tanto studio e grandi qualità. Walter Mazzarri e la sua meritata scalata, piena di consensi e conquistata senza aiuti. Lo si può gridare a voce altissima. Insieme a tutto questo il coraggio di mollare sempre da vincente, lo ha fatto nella sua Livorno, dopo aver portato nella stagione 2003-2004 la società labronica nella massima serie dopo 50 anni di assenza. E poi i tre anni intensi vissuti a Reggio Calabria. Le prime due stagioni con la conquista di altrettante salvezze, la terza decisamente miracolosa. Venuta fuori a pezzi dalle sentenze di Calciopoli, la Reggina iniziò il campionato con un pesantissimo -15. Quel patto di ferro con i calciatori in occasione della gara di Coppa Italia con il Crotone, la voglia e forse anche l’incoscienza di tentare comunque l’impresa, una cavalcata senza precedenti, fino alla conquista di ben 51 punti ed il raggiungimento di quello che lo stesso Mazzarri definì come il suo primo scudetto. Ed anche qui, nonostante l’amore smisurato dei tifosi, la forza di dire basta ed il saluto commosso prima di passare alla Sampdoria. Ma quanti ricordi in quei tre anni vissuti fianco a fianco con il tecnico. Era un piacere per tutti, noi della stampa, presenziare alle sue conferenze. La spiegazione tecnica e tattica di ogni minimo dettaglio della gara, la conoscenza quasi maniacale di pregi e difetti dell’avversario, la capacità di tirar fuori il meglio ed anche di più da ogni suo calciatore. Il miglior campionato della loro storia, gli amaranto lo fecero con un centrocampo composto da tale Tognozzi al fianco di Amerini, ma anche Gazzi, Tedesco, Mesto e Modesto, con Alessandro Lucarelli che conobbe la stagione della sua consacrazione, al fianco di Aronica e Lanzaro, Bianchi che mise a segno 18 reti nella massima serie alla sua prima vera stagione tra i professionisti. Amoruso esaltò in maniera esponenziale le sue qualità tecniche, il sempre bistrattato Leon si trasformò in fenomeno dopo anni di anonimato. Solo per citarne alcuni. E poi le curiosità, per esempio al sottoscritto spesso toccava il compito di consegnare a mister Mazzarri il dvd dell’avversario da affrontare. E bisognava farlo con estrema puntualità. Nonostante la loquacità e la voglia sempre di parlare di calcio, non si è mai visto presenziare a trasmissioni sportive locali. Non amava particolarmente i riflettori, pretendeva, invece si, il massimo rispetto per il proprio lavoro e quello dei suoi calciatori. Il vizio, quel maledetto vizio del fumo. Arrivò a chiudersi nella toilette di un aereo, pur di fumare durante il percorso di volo. L’ossessione del lavoro di campo e quella di poter essere spiato da qualcuno. Spesso, in trasferta, sguinzagliava i suoi collaboratori per garantirsi da occhi indiscreti. L’elenco di aneddoti che lo riguarda è lunghissimo, un personaggio che, risultati a parte, ha comunque lasciato il segno ed un ottimo ricordo. Poi, come detto, il passaggio alla Sampdoria. Lasciando, ovviamente, il segno anche li. Soprattutto in occasione della prima stagione con l’ottimo piazzamento in campionato e la qualificazione in Coppa. L’anno dopo la finale di Coppa Italia persa ai calci di rigore contro la Lazio. Ne seguì l’ennesimo saluto e l’attesa di una nuova collocazione. Che arrivò il campionato successivo, a Napoli, a stagione iniziata. L’esordio il 6 ottobre del 2009, dopo l’esonero di Donadoni. Una squadra presa nei bassifondi della classifica e portata alla qualificazione in Europa League. E sempre un crescendo di prestazioni e punti conquistati. La stagione successiva vede il Napoli conquistare il terzo posto e l’accesso alla Champion’s League. Non succedeva esattamente da 21 anni, quando tra i partenopei militava Diego Armando Maradona. Il 30 maggio del 2010 riceve il premio Timone d’Oro, riconoscimento che viene assegnato dall’Associazione Italiana Allenatori. Il primo trofeo tra i professionisti è la Coppa Italia conquistata il 20 maggio 2012, dopo aver battuto la Juventus per 2-0. Il resto è storia recente. Nella stagione 2012-2013, dopo aver perso la Supercoppa italiana nella finale di Pechino contro la Juventus, Mazzarri conduce il Napoli al secondo posto in campionato con 78 punti e alla conseguente seconda qualificazione diretta alla Champion’s League, superando ogni record di punti. E come spesso è accaduto nel corso della sua carriera, all’apice anche di questa avventura, il coraggioso saluto ed ora il via ad una nuova e difficilissima sfida.

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