L’ira di Beppe Grillo si abbatte su tutti. Dopo il pesante (predetto dai più) flop delle elezioni amministrative del suo movimento, il comico genovese e leader del M5stelle ne ha per tutti. Addebita l’accaduto a diverse situazioni verificatesi nello stesso momento. Una su tutte, la mancanza di attenzione della stampa nei confronti del movimento. Certo dopo gli insulti ai giornalisti, avendo sempre preferito alle testate nazionali i media internazionali, adesso le lamentele sembrano soltanto grosse lacrime di coccodrillo. Grillo stenta a tenere a freno i malumori presenti nel suo movimento che in una normale dialettica politica esistono per definizione all’interno di un partito politico (PD docet). Il tam tam che sta rimbombando in rete (unica fonte di comunicazione poco inquinata a cui hanno sempre fatto riferimento i grillini) adesso focalizza l’attenzione sulla rottura del rapporto tra Girllo e Rodotà. Si, proprio nei confronti di quest’ultimo indicato dai cinque stelle come meritevole di essere eletto presidente della repubblica e per il quale hanno sfilato inneggiandone il nome, sono state dette e scritte parole pesanti. Grillo sul suo blog lo ha pubblicamente definito “sbrinato e miracolato dalla rete” ed infine gli ha anche augurato di rifondare la sinistra. Proprio nei confronti di quest’ultima l’ex-comico, ha poi inveito contro Vendola,Veltroni,Bersani,Renzi rei di proporre sempre ma di non fare mai nulla in concreto. Questo attacco sarà forse motivato dal fatto che il PD meno elle, cosi come lo ha sempre chiamato “Beppe”, sta cercando di riappropriarsi di una buona fetta del suo elettorato che al momento segue i 5stelle. Ma scaricando completamente e criticando in toto la sinistra, Grillo si sta spostando a destra? Se così fosse perderebbe molti ex-elettori del PD, però cercherebbe di rosicare qualcosa alla coalizione del PDL. Attenzione se fosse questo il suo intento potrebbe essere un grosso azzardo che potrebbe costargli quasi tutto il consenso ottenuto in precedenza, l’elettore di destra è molto più tradizionalista per definizione di quello di sinistra. Insomma Grillo dovrebbe decidere che genere di anima dare al suo “partito” non bastano gli ideali di giustizia e meritocrazia questi sono presenti in tutti gli schieramenti e assumersi la responsbilità anche delle sconfitte che si incassano. Non ammettendo mai errori di “posizione” o “gestione” (che si verificano legittimamente e normalmente in tutti gli schieramenti, più che mai in uno che ha tanti neofiti della politica) non aiuta il movimento a crescere, dovrebbe avviare un dialogo interno per capire se i suoi elettori lo ritengo ancora capace di rappresentarli in toto.