2 Giugno 2013: l’importanza della Festa della Repubblica oggi

Festa-della-RepubblicaMonarchia o Repubblica?

È stata la domanda posta agli italiani con il referendum  del 2 e 3 giugno 1946 (gli italiani furono chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo); Il 54,3% degli elettori (per la prima volta furono ammesse al voto anche le donne) scelse la Repubblica decretando la fine della Monarchia (dopo 85 anni di regno, i monarchi di casa Savoia furono esiliati). Il 2 Giugno è una data dalla storica importanza per il nostro Paese, soprattutto per ciò che rappresenta o forse non rappresenta più. Giorni febbrili ed incerti ad un passo dalla libertà, quelli che avvolsero l’ Italia dopo vent’anni di regime totalitario. E dall’ 8 settembre 1943, data in cui il generale Badoglio annunciò l’armistizio con gli Alleati, cambiò l’assetto politico-istituzionale di un paese, che oggi per comprendersi, avrebbe bisogno di rispolverare con la mente il vero significato del Tricolore. Il 2 Giugno è la festa della Repubblica, la principale festa nazionale civile italiana. Come sentirsi orgogliosi in un momento di impressionante difficoltà?  Sentimentalmente forse è semplice,  perché  è utile ricordare che questa data a differenza del 25 aprile (Festa della liberazione) e 1° maggio (Festa dei lavoratori),  celebra la nascita della nazione, in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d’indipendenza). Momento in cui siamo diventati “Un Popolo”, uno solo, unito soprattutto nelle difficoltà e non solo formalmente nella carta. Dopo 67 anni i pilastri portanti della libertà e della democrazia ogni giorno ci guidano verso un futuro che ci auguriamo migliore. E’ dalla Costituzione, il regalo più bello della Repubblica, che discendono i principi di dignità umana, diritto al lavoro, sviluppo della cultura, libertà di manifestazione del pensiero, diritto alla salute; principi che tradotti in norme e azioni di governo, danno speranza ai cittadini, i quali trafitti da un nero cupo e pesante come il buio dei pensieri dei meno forti, che schiacciati dalla paura del futuro decidono di abbandonare la vita, resistono avendo fiducia; quella fiducia che nei momenti più duri ricarica e mobilità l’insieme della collettività per cercare soluzioni migliori.  Abbiamo ereditato un testamento prezioso da custodire, da attualizzare e da rendere vivo in una società che ha bisogno di certezze e non solo di belle parole (forse considerate solo parole storicamente datate). Una bellezza che deve diventare sempre di più tridimensionale, con l’impegno reciproco da una parte degli italiani, e dall’altra di chi governa, con non solo la promessa di rendere effettiva ogni frase della Costituzione della Repubblica Italiana:

Articolo 1: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprio possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Annamaria Milici

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