Caridi:”Artigianato e turismo, punti fermi per il rilancio della Calabria”

antonio carDa consigliere di opposizione al Comune di Reggio Calabria a metà degli anni novanta, al Senato della Repubblica, con l’elezione avvenuta nello scorso febbraio. Una carriera politica brillante quella di Antonio Caridi, con in mezzo incarichi di assessorato a Palazzo S. Giorgio e successivamente all’interno della Giunta regionale calabrese. Un vincente, certificato dai numeri e quindi dal sostegno della gente. “Ho fatto molta gavetta ed il mio percorso politico ne è la dimostrazione. Oggi posso dire che l’esperienza accumulata è tantissima. E nonostante gli incarichi ricevuti negli anni, anche prestigiosi, riconduco la mia formazione nel periodo in cui ho svolto il ruolo di consigliere di minoranza, quindi all’opposizione. Allora il sindaco era Italo Falcomatà. Un lavoro sul campo continuo, soprattutto con le circoscrizioni, l’essere presenti sul territorio significava conoscere i bisogni della gente. Sono da sempre per la politica attiva, partecipata. I cittadini vogliono risposte concrete, forse questo il segreto della mia scalata”.

Una crescita che ha portato Antonio Caridi al Senato, insieme a diversi altri colleghi… “E’ la prima volta che la Calabria esprime un numero così elevato di rappresentanti al Senato. Mi piace che il mix venuto fuori metta insieme personaggi con grande esperienza politica e professionalità diverse. Un connubio perfetto tra società civile ed esperti del settore. La nostra funzione dovrà essere quella di trasferire le problematiche territoriali al Governo centrale, in un momento storico particolare, dove oggi l’antipolitica e la sfiducia la fanno da padrone. Lo strumento da me sempre utilizzato è quello della concertazione”.

La metodologia, quindi, è quella di sempre, la poltrona è diversa. “Se il principio unico rimane quello della fattibilità, il cambio di poltrona non lo avverti, ma solo quello di Palazzo. Sotto l’aspetto emotivo, invece, debbo dire che la sensazione provata è stata forte e profonda. Arrivare all’età di 43 anni al Senato è una gratificazione enorme. Una campagna elettorale difficile, ma entusiasmante. Ho coinvolto molti amministratori, ma anche chi vedeva fino a quel momento la politica in maniera negativa. Adesso spero che il lavoro che andrò a svolgere, possa dare dei frutti al mio territorio”.

Ritiene di avere lasciato il suo assessorato in buone mani? “Ottime mani. Oggi è rappresentato da un vero professionista e lo ha dimostrato da amministratore prima e da sindaco poi. Con Demi Arena c’è un confronto continuo, si lavora per il bene della Calabria, discutendo anche di problematiche che riguardano il panorama nazionale”.

A proposito di nazionale, sono forti le critiche della popolazione italiana nei confronti del nuovo Governo, l’accusa è quella di non aver prodotto quasi nulla dall’insediamento ad oggi, nonostante le impellenti necessità. “Quasi nulla no. Ritengo ci sia stato un cambiamento almeno sul piano delle fattibilità delle leggi. Oggi una proposta di legge che arriva in Commissione, in venti giorni deve essere approvata. Il Governo delle grandi intese guarda agli interessi degli italiani, soprattutto in questo momento. I Ministri sono tutti giovani e con entusiasmo, c’era la necessità di dare un forte segnale di cambiamento. Tra le cose più urgenti da varare, certamente provvedimenti che riguardano il lavoro”.

E come finirà con l’aumento dell’Iva e il pagamento dell’IMU sulla prima casa? “Come PDL sono battaglie che dobbiamo rafforzare, non per il partito, ma per gli italiani. Per il bene del Paese e per il suo rilancio. Sono convinto che riusciremo a spuntarla, sarebbe fondamentale”.

A proposito di battaglie, cosa si propone di fare per la Calabria? “Sto continuando a monitorare il territorio. Stiamo studiando delle misure che possano dare slancio, attraverso confronti costanti, raccogliamo istanze per poi trasferirle al Governo centrale. I due punti principali sono rappresentati dall’artigianato ed il turismo. Se ne parla da troppo tempo, oggi ritengo ci siano strategie diverse e nuove per arrivare all’obiettivo. Non servono provvedimenti tampone, ma risolutori”.

Ne verrà fuori l’Italia e soprattutto la nostra Regione?  “Sono convinto di si. Abbiamo l’obbligo di essere fiduciosi, non possiamo scoraggiarci, semmai raddoppiare le forze per venirne fuori. Oggi ci sono le condizioni politiche per far crescere la nostra Calabria in virtù di un presidente, Scopelliti, che lavora sul campo. Un esempio recente è l’aver chiesto ed ottenuto un tavolo romano per discutere il problema delle società miste. E’ coinvolgente, diretto, non molla mai la presa. Questo gioco di squadra credo possa creare le condizioni migliori per lo sviluppo del territorio”.

La gente di Reggio è in forte contestazione per l’attuale situazione che si registra in città, in tanti si scagliano contro le due ultime amministrazioni. “Negli anni in cui abbiamo amministrato, è stata coinvolta la cittadinanza nelle nostre scelte. Opere significative ed importanti sono state realizzate, si è rilanciato il nome di Reggio a livello nazionale. Purtroppo la classe politica, che allora rappresentava il centro sinistra, ha voluto demonizzare e demolire chi allora governava, per scopi personali e mai pensando all’interesse cittadino. C’era stato un forte rilancio anche delle periferie. Andate in giro oggi per la città e vi renderete conto delle differenze rispetto al recente passato. Lo scioglimento del consiglio comunale è stato devastante, dal punto di vista economico e dell’immagine. Una amministrazione rappresentata dalla politica ha l’obbligo di trovare soluzioni a vantaggio del cittadino, un governo tecnico ragiona in termini numerici, senza preoccuparsi delle problematiche del territorio”.

Il prossimo anno si tornerà a votare per l’elezione del sindaco di Reggio, come PDL pensate di recuperare consensi in che modo? “Per recuperare il nostro consenso elettorale, è necessario tornare a dialogare con il cittadino. Tornare a considerare Reggio non solo prendendosi cura del centro storico, ma rivolgendo attenzioni serie alle periferie. Finita questa fase di commissariamento, la città deve essere consegnata alla politica. Quella politica che ha dato un contributo di positività, magari commettendo degli errori, ma mai per scopi personali. Parlo di un gruppo politico che ha visto tra i protagonisti il sottoscritto. Ci sono le condizioni ed i tempi per recuperare. Punterei a coinvolgere anche tutti quei giovani reggini che vedono oggi la politica come un male. La politica governa e di conseguenza non può essere separata dal vivere quotidiano”.

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