D, come differenziata

La piazza è sempre stato il posto dove si discute di tutto, di politica compresa, di amministrazione locale. Noi della Associazione Dialogo Civile abbiamo realizzato una piazza virtuale, nella quale discutiamo di come vorremmo diventasse la nostra città: vivibile e turistica. Il gruppo è aperto a tutti, senza distinzione politica, partitica, di sesso, di religione, e di quant’altro. Unica condizione è esprimersi come si vuole, purché nel rispetto della persona umana, senza scambiare queste pagine per un campo di battaglia personale e politica, e con l’obiettivo di offrire un contributo di idee, per la realizzazione di un “manuale per il futuro amministratore cittadino”, una sorta di abbecedario, che espone i problemi e le possibili soluzioni, almeno secondo noi. Chi volesse richiedere di essere ammesso: https://www.facebook.com/#!/groups/101869893340616/. In questi giorni abbiamo affrontato l’argomento D, come Differenziata, in questa sede riportiamo una sintesi delle conclusioni alle quali siamo giunti.

raccolta differenziata

Trattando l’argomento D, come DIFFERENZIATA, ci siamo soffermati sulla assoluta esigenza di avviare questo tipo di gestione dello smaltimento dei rifiuti. Anzi abbiamo rimarcato che il comune deve assolutamente attivarla, anche per ridurre il costo Tares per il cittadino, se poi a valle gli altri enti coinvolti nella filiera non provvedono di conseguenza allora va utilizzata la D, come denuncia delle omissioni. Non v è dubbio che la raccolta differenziata ed in genere lo smaltimento dei rifiuti sia, specie per i Paesi industrializzati, il problema per eccellenza. Su di essa, quindi, devono misurarsi gli enti locali, sia in termini di sistema che di efficienza. Al pari di tanti Paesi specie del Nord Europa, la raccolta deve basarsi su taluni elementi che ne divengono punti di forza sia in termini di efficacia che di modello gestionale.
La proposta è che si lavori su tre diverse direttrici:
– sistema di differenziata “porta a porta”;
– conferimento rifiuti con registrazione dell’utente e scheda di registrazione delle quantità ( conferimento “utile”);
– tassazione dei rifiuti con scomputo dei bonus relativi alle quote di conferimento “utile”.
Sarebbe un modo per coinvolgere i cittadini e rendere equo e sostenibile il costo sociale di questo servizio che, altrove, non rappresenta un costo bensì una risorsa. I cittadini dal canto loro dovranno riscoprire la cultura del rispetto del bene comune e la cultura della corretta gestione ( e smaltimento nei cassonetti) del rifiuto differenziato, magari anche attraverso una azione formativo/divulgativa della amministrazione, che si spinga anche al monitoraggio del corretto comportamento, tramite opportuna videosorveglianza delle zone “cassonetti”.

raccolta differenziata

Occorre, quindi, individuare modelli e sistemi sostenibili ed attuabili che, nonostante il nostro livello “arcaico”, possano essere adottati nel volgere di qualche anno, guardando, con il sentimento delle grandi scommesse pubbliche, ai modelli di smaltimento organizzati su scala industriale per garantire il riciclo e la rigenerazione delle risorse e delle materie prime. Ci siamo poi spinti a trattare anche l’argomento D, come Depurazione, giungendo alla conclusione che, il sistema di depurazione della nostra città va arricchito e completato, ma soprattutto va ricostruita la rete di smaltimento delle acque piovane, che una volta avveniva in superficie, grazie al naturale sistema di valloni e torrentelli esistenti, ma che sono stati soppressi nel tempo. Abbiamo bisogno di separare le acque reflue da quelle piovane, sia per garantire un più corretto ed efficiente funzionamento dei depuratori, sia per contenerne i costi di gestione e di conseguenza la bolletta per i cittadini.

Enzo Cuzzola

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