di Carlo Viscardi – Il caso nasce nella trasmissione di Corrado Formigli, Piazzapulita su La7, nel corso della quale è stato reso pubblico l’audio integrale di una telefonata di Berlusconi, sottratta con allegra violazione della privacy del Cavaliere, inopinatamente registrata, nonostante l’avvertimento dei legali del Cavaliere e delle dichiarazioni di Ghedini nel quale afferma : “Procederemo in tutte le sedi giudiziarie, invitando i responsabili della trasmissione a non utilizzare il materiale palesemente vietato”. In poche parole una troupe ha registrato una telefonata privata del Cav. Mentre si sfogava con un deputato del PDL sui suoi guai giudiziari ed esprimendo pareri sulla sentenza e sul comportamento del Presidente della Repubblica. Il senatore Berlusconi avrebbe detto : “Mi è stato detto che il capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata”; poi aggiunge furioso il Cavaliere “ha costretto i giudici a riaprire la camera di consiglio”; sfoghi di rabbia che qualsiasi persona normale avrebbe, sospetti personali su comportamenti ritenuti da lui non proprio corretti, ma da ritenersi privati e mai resi pubblici. Sta di fatto che il Quirinale replica immediatamente al caso dichiarando: “Quel che sarebbe stato riferito al senatore Berlusconi circa le vicende della sentenza sul Lodo Mondadori è semplicemente un’altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del capo dello Stato”. La cosa che desta perplessità e preoccupazione, non è il fatto delle “velate” accuse o sospetti che dir si voglia, del cavaliere nei confronti del Capo dello Stato, ma sulla palese violazione della Privacy nei suoi confronti, e come a lui potrebbe capitare ad ognuno di noi che potesse trovarsi in una situazione simile. Ora partirà la solita guerra di “ carte bollate” fra avvocati accusatori e difensori, mediati da magistrati e PM.