Bosone di Higgs, due Calabresi tra i protagonisti

bosone di higgsdi Nadia Fotia – La definiscono “particella di Dio” una infinitesimale, non ancora osservabile, corpus elementare di materia scalare, massiva, già prevista dagli schemi standard della fisica delle particelle, l’elemento che ha consentito di ricevere agli scienziati Peter Higgs e François Englert, il prestigioso riconoscimento del Premio Nobel per la fisica nucleare a Stoccolma. Tale temeraria quanto azzardata definizione la si deve al fatto che il bosone di Higgs e’ la chiave di volta del modello standard della fisica contemporanea: ”serve’, per cosi’ dire, a conferire una massa a tutte le altre particelle del modello base già esistente. Se la sua esistenza fosse sperimentalmente confermata con le caratteristiche che gli scienziati prevedono, tre delle quattro forze fondamentali che regolano la vita della natura, sarebbero così ricondotte sotto un’unica teoria scientifica e, si sarebbe cosi’, considerevolmente piu’ vicini ad una ”teoria del tutto’, davvero in grado di spiegare il funzionamento dell’universo dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. Dotata di massa propria – costituisce la base originaria dalla quale scaturisce la forza energetica del campo di Higgs. Il bosone di Higgs, venne teorizzato per la prima volta nel lontano 1964 dal fisico scozzese Peter Higgs, insieme a François Englert e Robert Brout, mentre lavorando su un’idea di Philip Anderson, conducevano un lavoro di ricerca autonomo rispetto a G. S. Guralnik, C. R. Hagen, e T. W. B. Kibble. Ma la sua teorizzazione finale, è frutto di una vera e propria collaborazione internazionale alla quale hanno preso parte, quasi 3 mila scienziati provenienti da 174 tra Università provenienti da 38 paesi diversi. Di questo gruppo, hanno fatto parte anche i fisici della nostra Unical. La collaborazione calabrese con Il CERN di Ginevra ha inizio nel 1995, grazie al prof. Giancarlo Susinno, docente emerito di fisica delle particelle, il quale ha avuto il grandissimo merito di avere creato quel gruppo di studio e di ricerca che, aderendo alle ricerche dell’Istituto Nazionale di fisica Nucleare, è riuscito a fornire il proprio prezioso contributo alle recenti straordinarie teorizzazioni sulle infinitesimali molecole della materia . Tra i cubi di Arcavacata, sono stati realizzati dal 1998 al 2006 alcuni dei rilevatori di Atlas, l’esperimento dell’acceleratore Lhc che – insieme a Cms – ha consentito di raccogliere i dati necessari per annunciare la rivoluzionaria scoperta e che, da quindici anni, invia a Ginevra dati utili alle teorizzazioni e relative alle collisioni tra protoni. Un rilevatore di particelle è una macchina sofisticata il cui scopo è quello di produrre fasci di ioni o particelle subatomiche (elettroni, positroni, protoni, antiprotoni ecc.), dotati di elevata energia cinetica. I metodi per accelerare particelle sono basati sull’uso di campi elettrici e magnetici dei quali, i primi forniscono energia alle particelle accelerandole, ed i secondi servono a curvarne la traiettoria (ad esempio negli acceleratori circolari: ciclotrone e sincrotrone), o a correggere dispersioni spaziali e di impulso dei fasci accelerati.  Oltre al prof. Susinno, del prestigioso team hanno fatto parte anche altri sette docenti : gli associati Marco Schioppa, Enrico Tassi, Laura La Rotonda, Nanni Crosetti; i ricercatori : Anna Mastroberardino e Marcella Capua, Antonio Policicchio (borsista dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare già da molti anni impegnato al Cern); due assegnisti di ricerca: Daniela Salvatore e Tommaso Venturelli; tre dottorandi di ricerca : Vincenzo Lavorini, Valerio Scarfone, Angela Milazzo. Difficile contenere le lacrime all’annuncio del Comitato dei Nobel, per i ragazzi dell’Ateneo calabrese. Motivo di grande felicità e di orgogliosa emozione, speriamo serva davvero a rilanciare, seppure in parte, la martoriata e demonizzata immagine della Calabria quale oscura terra di confine. Una Calabria diversa questa, la Calabria culturalmente viva ed operosa che trova nello studio e nella ricerca, importante e prezioso strumento elettivo, in grado di veicolare le intelligenze dei propri ragazzi, nella prospettiva virtuosa del proprio riscatto e della propria elevazione culturale ed umana. Senza fermarsi, mai. Rappresentano il nostro grande orgoglio. Il viaggio affascinante continua, ancora una volta.

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