Reggina, altro tonfo clamoroso

gerardidi Michele Favano – Cambia il tecnico, non il risultato. La Reggina perde ancora ed anche in maniera pesante. Una brutta gara, caratterizzata da una rete, quella del vantaggio amaranto, del tutto casuale e nulla più. Le novità tattiche apportate da Castori hanno prodotto zero, le scelte iniziali si son rivelate errate. Poco gioco, nessuna occasione da gol importante. Pescara molto più deciso nella seconda frazione e protagonista in quindici minuti di tre gol ed almeno altrettante occasioni di una certa rilevanza. Dopo il pareggio degli ospiti Lucioni e compagni totalmente in bambola, niente di nuovo o di diverso rispetto a quanto visto nella precedente gestione tecnica. Carenze strutturali, tecniche, caratteriali ed ora la crisi è seria, di complicatissima risoluzione. All’undicesima giornata i punti sono solamente nove, il voglio vincere, ribadito dal presidente Foti in occasione della presentazione del nuovo tecnico, adesso stona più che mai. Individuare elementi che possano aiutare ad invertire la rotta, oggi appare cosa quasi impossibile. Il match si è concluso con lo stucchevole copione del saluto da parte dei giocatori alla tifoseria. La risposta? Contestazione e pubblico che ha voltato le spalle ai calciatori.

PRIMO TEMPO – Così come annunciato alla vigilia, Castori conferma lo schieramento a quattro in difesa con l’inedita posizione di Adejo sistemato a sinistra, in mezzo al campo in cabina di regia Strasser, accanto a lui Rigoni e Dall’Oglio, Sbaffo, all’esordio in campionato, dietro le punte Cocco e di Michele. Il Pescara risponde con il 3-4-3, tutti in campo i tre ex Belardi, Rizzo e Ragusa. Primo tiro in porta al 9° con la conclusione di Maniero deviata in angolo da un difensore amaranto, palla che sfiora il palo. Al 18° ci prova Di Michele con un’azione personale, fa mezzo campo, ma arriva stanco al tiro e la sfera calciata va abbondantemente fuori. La partita viaggia sui binario del grande equilibrio, al 28° crossa dalla destra, Maniero di testa colpisce forte ma in maniera imprecisa. La Reggina passa in vantaggio al 36° in maniera del tutto casuale. Di Michele dalla sinistra mette in mezzo e trova la gamba di Schiavi che, nel tentativo di liberare, manda la palla alle spalle di Belardi. La risposta del Pescara arriva dall’ex Rizzo, botta dai venticinque metri ben parata da Benassi.

SECONDO TEMPO – Subito aggressivo il Pescara che al 2° minuto con Balzano conclude dal limite dell’area, Benassi ben piazzato riesce a bloccare. Al 7° ingenuità clamorosa di Sbaffo che su un cross dalla sinistra, tocca la palla con la mano, Nasca decreta il calcio di rigore e Maniero pareggia. Qualche minuto più tardi lo stesso Sbaffo chiede il cambio, al suo posto un altro esordiente, Falco. Reggina in bambola e gli abruzzesi ne approfittano e dopo sei minuti gran botta dalla distanza di Politano, tocca appena Maniero e palla in rete, anche se l’attaccante pescarese indica che il gol è del suo compagno di reparto. Insiste la squadra di Marino, Schiavi di testa vicino al 3-1, miracolo di Benassi. Il terzo gol arriva dopo un attimo, difesa amaranto ferma, Ragusa ne approfitta e con un bolide supera Benassi e non esulta. Dalla curva partono i cori contro il presidente Foti ed a favore dell’ex tecnico Atzori. Sfortunata la Reggina al minuto 26. Gran cross di Maicon dalla destra, al volo Dall’Oglio colpisce bene ma sfiora il palo. A sei minuti dalla conclusione, a porta praticamente vuota, Rigoni colpisce di piatto ma trova il difensore a respingere, poi Di Michele fuori. Il forcing della Reggina produce la rete del 3-2 con uno stacco perentorio di Gerardi, bravo ad anticipare tutti e battere Belardi, 2-3. Un minuto più tardi Di Michele ben servito da Gerardi tocca male da buona posizione. E’ l’ultima emozione di una partita che gli amaranto hanno giocato male e giustamente perso. Non inganni la pressione degli ultimi minuti, il vantaggio era stato del tutto casuale, il Pescara in poco tempo nella seconda frazione, ha ribaltato punteggio e condizione psicologica. La Reggina sprofonda in classifica, la crisi è seria, la conduzione tecnica un falso problema.

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