Quando l’amore è cieco: La Gelosia

“Come geloso soffro quattro volte: perchè sono geloso, perchè mi rimprovero d’esserlo, perchè temo di ferire l’altro, perchè mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo, di essere come tutti gli altri”  – Barthe.

 

07\11\2013 – Caratterizzata, prevalentemente, dalla paura di perdere “l’affetto esclusivo” della persona amata, il sentimento di gelosia “romantica”fidanzato-geloso, è presente in tutte le relazioni di coppia. Il quadro tipico è composto da tre personaggi: la Persona Amata, il Rivale, il Sè. Come nasce la gelosia? Alla base, vi è la convinzione che alcuni rapporti possono esser vissuti come forme di possesso, credendo, così, di avere il diritto di chiedere, o vietare determinati comportamenti. Vi è, anche, il timore che il Rivale voglia, o possa, insidiare il possesso della Persona Amata, provocando, così, un danno, dato dalla sofferenza per la perdita dell’altro, della sua esclusività, arrecando, quindi, una ferita dell’immagine di Sè. Che cosa fa scatenare la gelosia? Il nucleo, potrebbe risiedere, nella paura di perdere quell’interesse constante che ci viene dato dalla Persona Amata, che costruisce e mantiene la nostra immagine. Questo, accade soprattutto, quando la nostra immagine, dipende dalla valutazione e dall’amore datoci dall’altro; il rischio di perderlo verrebbe, quindi, considerato catastrofico. Accade, perciò, che la persona gelosa pensa, di non poter vivere senza la Persona Amata, percepita come indispensabile e soffre si ribella al sol pensiero che l’altro potrebbe vivere facendo a meno di lui. Quali sono le conseguenze della gelosia? La persona gelosa, vive una condizione di gran sofferenza, data non solo dalla paura dell’abbandono o del tradimento, ma anche per il fatto di provare gelosia o perchè non accetta di provare questo sentimento in situazioni poco definite. In genere, la gelosia, viene sentita molto più profondamente, di quanto ne viene comunicata. Un ruolo importante, nell’espressione della gelosia, sembra essere giocato, sia dalla quantità di orgoglio provata dalla persona gelosa, ma anche da alcune norme culturali che fanno passare l’idea che gelosia sia sinonimo di insicurezza e quindi, soprattutto agli uomini, considerati il “sesso forte” non è concesso manifestarla.

GELOSIA

Ma, le conseguenze più significative, sono quelle che si verificano a livello cognitivo. Ciò che si verifica, è una modifica nella percezione di sè, degli altri, nella memoria e nel pensiero. Gli oggetti principali del pensiero, della persona gelosa, diventano la Persona Amata e il Rivale, tutto passa sotto un’analisi accurata, e quel che rende la situazione più angosciante è che tutto diventa un potenziale segnale di intese, avvicinamento e possibile sotterfugi. Durante gli attacchi di gelosia, infatti, una persona diventa capace di fissare una gran quantità di fatti, come l’orario di una telefonata o un vestito indossato. Quando la gelosia diviene più intensa, potrebbe verificarsi un fenomeno simile al “delirio di riferimento dei paranoici”: tutto ciò che si vede e si conosce, ruota intorno alla paura centrale della persona gelosa, quella di essere abbandonato o tradito, e tutto viene considerato come potenziale elemento di conferma della propria ipotesi. Niente, può più essere lasciato al caso o considerato neutrale, ma tutto serve per alimentare la propria gelosia. La gelosia porta alla nascita di sentimenti ambivalenti nei confronti della Persona Amata, per la quale si provano sia rabbia e ostilità, scatenate dal pensiero di un eventuale tradimento, sia, un aumentato e  immediato interesse e desiderio nei suoi confronti. Più lineare, è invece la gelosia nei confronti del Rivale, caratterizzata da sentimenti di odio e annullamento. Il Rivale più temuto, è quello che possiede le caratteristiche positive, che noi vorremmo avere, cioè quello che incarna l’ideale del Sè. Come soffrire di meno? Sicuramente bisogna partire dalla cura dell’immagine di Sè. Sarebbe utile, rafforzare la fiducia in sè stessi, cercando di impegnarsi in attività, in cui si riesce bene e ci si sente portati. Inoltre, è utile auto-valorizzarsi, sperimentando nuove attività, come ad esempio iscriversi a un corso di ballo. Per quanto riguarda la gestione della propria gelosia, appare utile un lavoro cognitivo, su tutte quelle associazioni e ipotesi che sono servite ad alimentarla. L’obiettivo finale, potrebbe essere l’annullamento totale di queste, per poter considerare, nuovamente, la realtà per quella che è, e non per come la nostra gelosia ci porta a vederla. In conclusione, è chiaro che gestire la gelosia non è semplice, richiede un grande sforzo e una grande maturità, che potrebbero aiutarci ad evitare di mettere in atto strategie negative come lamenti, rimproveri e minacce, in quanto mostrare le proprie sofferenze crea più spesso sensi di colpa che desiderio. L’ideale sarebbe, invece, riuscire a mettere in atto delle strategie positive caratterizzate dalla capacità di dominare sentimenti di ansia, insicurezza e rabbia, mostrandosi affascinanti e seduttivi con chi ci rende gelosi e ci fa soffrire. Questo, si concretizza con l’accentuare le manifestazioni di attenzione, desiderio e affetto nei riguardi della persona amata.

 

Dott.ssa Antonella Mento, psicologa

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