Scopelliti sotto attacco Hacker

AnonymusA leggere quanto si trova sui media di questi ultimi giorni sembra che il gruppo di hacker di Anonymus abbia “attaccato” il pc del governatore Calabrese Giuseppe Scopelliti. Un comportamento in linea con l’operato di questi pirati informatici che violano, in nome di una presunta trasparenza gli spazi privati di persone pubbliche. Le parole diffuse dal comunicato stampa di Anonymus  spiegano l’azione del gruppo “quello che presentiamo oggi è il primo di una serie di documenti trafugati sui politici regionali italiani. Poiché non siamo affatto soddisfatti delle politiche di molti governi, specialmente quando arrivano a proteggere mafia, corruzioni e bancarotte finanziarie”.  Hanno quindi pubblicato una foto dello screenshot della casella mail del Presidente della Regione Calabria ed hanno concluso con  “questo è solo l’inizio  gli italiani hanno il diritto di sapere in cosa i governi sono coinvolti”. Purtroppo per loro, così come si evince dalle foto diffuse riguardo l’email di Giuseppe Scopelliti, non hanno rinvenuto nulla di strano, quindi la loro azione  (che vorrebbe trovare giustificazione nell’informazione ai cittadini) è stata solo un atto bieco pirataggio.

In una nota della Presidenza della Regione Scopelliti,  fa sapere che  “la diffusione da parte di Anonymous della mia posta privata, oltre ad essere un fatto gravissimo che abbiamo denunciato alla polizia postale, dimostra senza dubbio la limpidezza del mio operato.”  Saranno rimasti profondamente delusi i soliti malpensanti che dopo aver pazientemente curiosato tra i 400 megabyte trafugati e pubblicati dalla posta elettronica del presidente hanno solo letto email istituzionali e approfondimenti su avvenimenti  che possono interessare il territorio calabrese. Quello che sembra uno scherzo mal riuscito è invece un fatto gravissimo che viene punito dalla legge italiana ai sensi dell’art. 615-ter del codice penale, l’accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico è il reato di chi abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo. La norma è stata introdotta con la legge 23 dicembre 1993, n.547, su sollecitazione comunitaria a seguito della raccomandazione 13 settembre 1989, n.9, del Consiglio dell’Unione Europea, con la quale si suggerivano misure per la repressione del crimine informatico. La legge segue peraltro da vicino la revisione delle norme a tutela del diritto d’autore, con la quale si è estesa all’ambito informatico la protezione dei diritti sulle opere dell’ingegno, includendovi il software.

Sanzioni e aggravanti

La pena ordinaria prevista per il delitto, perseguibile a querela della parte offesa salvo che non ricorra alcuna fra le previste circostanze aggravanti, nel qual caso sarebbe procedibile d’ufficio, è la reclusione fino a 3 anni. La pena è la reclusione da uno a cinque anni se:

  • il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
  • il colpevole per commettere il fatto usi la violenza contro cose o persone, ovvero se è palesemente armato
  • dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema o l’interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.

La pena è inoltre da 1 a 5 anni se i fatti previsti al comma I riguardano sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, mentre è da 3 a 8 anni se gli ora detti sistemi sono oggetto di quanto di cui al comma II.

fonte (wikipedia) –  http://it.wikipedia.org/wiki/Accesso_abusivo_ad_un_sistema_informatico_o_telematico

Adesso quindi dopo la denuncia di rito alla polizia posatale si attende che le indagini diano presto il loro esito positivo, la realtà non  è  come i films,  sulla rete chi naviga lascia sempre una traccia è solo questione di tempo.

 

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.