di Fabrizio Pace – Il Partito Democratico si spacca sulla vicenda di Annamaria Cancellieri di cui una parte dei democratici chiede le dimissioni. Sin dall’inizio qualche esponente del PD si era isolato dal coro delle voci del governo Letta che volevano e vogliono tutelare la ministra da una vicenda a loro dire strumentalizzata. Il colpo di grazia, se così lo si vuol chiamare, arriva da Renzi ieri sera durante un faccia a faccia con Fabio Fazio nella trasmissione di Rai 3. Il sindaco di Firenze senza nessun tentennamento chiede le dimissioni della Cancellieri perché sebbene la consideri una persona onesta, in questo caso avrebbe sbagliato grossolanamente. Potrebbe passare il messaggio che esiste una giustizia per i potenti ed una per i cittadini normali, questo è quanto ha spiegato ieri colui che si dice sia il favorito per vincere le primarie. La posizione di Matteo Renzi condivisibile e condivisa da molti nel suo partito apre la via ad un altro motivo di spaccatura interno al PD, com’è possibile che premier e futuro segretario siano in contrasto su un argomento così delicato sul quale addirittura potrebbe cadere il governo? E’ infatti di ieri la notizia che Pippo Civati altro candidato alla segreteria del PD, vuole presentare una mozione di sfiducia nei confronti della Ministra Guardasigilli all’assemblea del partito di martedì che si aggiungerebbe a quella già presentata dal Movimento Cinque Stelle. Se il PDL di fatto si è scisso il PD non lo sarà formalmente ma al suo interno esiste una guerra in atto da anni che sta per avere il suo epilogo. Anche ieri sera Renzi non le ha mandate a dire a D’Alema riconoscendolo come suo avversario ombra alla meta della segreteria del PD. Anche Fassina una dei più cauti sulla vicenda Cancellieri chiede che quest’ultima rivaluti le sue posizioni, insieme con il premier, per trovare una soluzione dato che il rapporto con le forze di governo si è inevitabilmente inclinato. pare però altrettanto lampante che il PD non voterebbe mai per una mozione seppur condivisa ma presentata dai Ms5. In casa PD questo non è un momento di facile valutazione politica.
