Reggio Calabria Film Fest. Terzo appuntamento mattutino con le scuole reggine

IMG_0006Terza giornata del “Reggio Calabria Film Fest,” inserito nel “Festival Cinematografico della Calabria” all’interno del progetto “Calabria Terra di Festival” cofinanziato dalla Regione Calabria, Assessorato alla Cultura. L’evento,insieme alle sezioni di Cosenza e Catanzaro è organizzato dalla “Calabria Film Commission” presieduta da Gianluca Curti, con la direzione organizzativa di Michele Geria. Accompagnati dai propri docenti gli studenti di “Piria”,”Boccioni,”Fermi,”Panella-Vallauri” e “Vinci” hanno assistito alla proiezione di “Terraferma”, il film del 2011 diretto da Emanuele Crialese che affronta la tematica dell’immigrazione. Tematica attualissima nella nostra terra considerati i recenti fatti di cronaca di Rosarno, Lampedusa, Reggio Calabria e San Ferdinando. Subito dopo la proiezione l’avvocato e criminologo Agostino Siviglia ha moderato il dibattito a cui hanno preso parte la giornalista de “L’ora della Calabria” e corrispondente dell’agenzia “Adnkronos” Annalia Incoronato, e il Prefetto Domenico Bagnato, rappresentante della L.I.D.U regionale nonché commissario straordinario a Rosarno proprio nei giorni in cui ha avuto luogo la cosiddetta “rivolta” dei migranti.

IMG_0011La giornalista Incoronato ha raccontato ai ragazzi la sua attività professionale i numerosi episodi di cronaca che l’hanno riguardata durante il proprio lavoro. “Quando a Reggio Calabria nel gennaio 2010 ero a Reggio Calabria in veste di inviata ho seguito la conferenza stampa degli allora Ministri Alfano e Maroni convocata in seguito ai gravi atti intimidatori ai danni della Procura Generale reggina. Mentre ero in conferenza stampa ho appreso la notizia della rivolta a Rosarno e quindi insieme ad altri colleghi mi sono diretta nella piccola cittadina reggina per capire cosa stava accadendo. Mi sono ritrovata davanti una scena di guerriglia, per strada c’era il caos; cassonetti bruciati, automobili distrutte e gli immigrati per strada che protestavano per come venivano trattati. Il tutto è nato da alcuni episodi che hanno visto cittadini italiani sparare con dei piombini alcuni immigrati mentre rientravano dopo aver lavorato una giornata nei campi a Rosarno. Il loro lavoro non è come il nostro. Noi andiamo in ufficio alle otto, beviamo il caffè con i colleghi, abbiamo la pausa pranzo e la sera rientriamo nelle nostre case comode. Questi immigrati invece, si alzavano, e si alzano ancora oggi, alle quattro di mattina per andare a lavorare nei campi tutto il giorno. Stanno piegati in continuazione a raccogliere arance o pomodori. Alla fine della giornata se va bene guadagnano venti euro. Durante quei giorni mi sono recata anche presso il loro accampamento che si trovava in un silos.

Non c’era alcuna condizione igenico-sanitaria; condizioni di degrado estremo. Niente acqua, niente letti, niente bagni, niente è l’unica parola che mi viene in mente.” La giornalista ha poi raccontato ai ragazzi i fatti di cronaca accaduti a Reggio Calabria meno di un mese fa e tutte le testimonianze dirette che ha “raccolto” per il suo lavoro di cronista. Il Prefetto Bagnato invece, ha spiegato l’attività della Lega internazionale dei diritti umani e le sue personali esperienze avute con il fenomeno dell’immigrazione. “Nel 1991 svolgevo attività a Bari. Un giorno arrivò nei pressi del porto una nave con oltre 22 mila cittadini albanesi. Era una enorme massa umana che chiedeva aiuto. Erano affamati, disperati, pensavano di venire in Italia e cambiare la propria vita. Uno scenario devastante.

Ho lavorato nella cosiddetta operazione Pelican che ha affrontato il rientro di questi ventiduemila albanesi nella loro patria. Sono esperienze che non potrò mai dimenticare”. Il Prefetto inoltre, ha anche spiegato ai ragazzi le norme che puniscono l’immigrazione clandestina e il favoreggiamento del reato. “Alcuni sindaci siciliani recentemente hanno accolto nei loro porti decine e decine di immigrati africani che chiedevano aiuto. Alcuni di loro purtroppo sono stati indagati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. L’etica e la norma in questo argomento sono nettamente in contrasto. Cosa dovevano fare questi sindaci? Lasciare morire donne incinte e bambini in mare? Hanno optato per il loro senso morale e naturalmente li hanno accolti nelle loro cittadine. Il sistema attualmente sta vivendo un’enorme stortura normativa. L’Italia deve essere aiutata dall’Europa. Le Istituzioni devono prendere coscienza che queste persone vanno aiutate e non punite”.

 

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