Amare TROPPO l’Altro: la Dipendenza Affettiva

“L’amore immaturo dice:- Ti amo perché ho bisogno di te-. L’amore maturo dice:- Ho bisogno di te perché ti amo!”  -Frost.

12\12\2013 – L’amore, può essere considerato come il bisogno di intrecciare la propria vita con quella di un’altra persona e creare insieme una nuova realtà. Può succedere che all’interno di questa nuova dimensione si rompano i confini che separano il ME dal TU e gli equilibri del dare e ricevere vengano meno, così ci si ritrova incastrati dentro una sorta di relazione poco sana e funzionale che provoca dolore e angoscia, dalla quale si fa però fatica ad uscire. E’ questo, il quadro tipico della persona che vive una dipendenza affettiva. Che cos’è la dipendenza affettiva? Partendo dalla definizione di “animale sociale” coniata dal filosofo Aristotele con la quale descrivevadipendenza-affettiva l’uomo, appare evidente che per natura ognuno di noi è in qualche misura dipendente dall’approvazione, l’empatia, il supporto e la validazione dataci dagli altri. Tutto ciò è utile per sostenere e regolare la nostra autostima. Ma vi sono personalità che hanno una dipendenza talmente estrema, da poter rientrare nella sfera clinica. Tale dipendenza è chiara nei rapporti stretti. Si tratta di persone che non sono in grado di prendere delle decisioni da sole, richiedendo costantemente il bisogno di approvazione e rassicurazione e non sono in grado di vivere bene se qualcun altro non si prende cura di loro. Hanno difficoltà a esprimere disaccordo per paura di perdere l’approvazione, o prendere iniziative personali. Ciò si manifesta nei comportamenti di sottomissione, messi in atto per paura di vivere l’abbandono. Diversamente dal pensiero comune, l’amore non nasce da due metà, ma da due unità che si avvicinano, questo comporta un donare senza annullarsi, senza perdersi nell’altro. Chi vive la dipendenza affettiva, non riesce a godere della bellezza dell’amore maturo, in quanto il partner non è più una libera scelta, ma una questione di vita o di morte. Per intenderci, la tipica frase “Senza di lui/lei non vivo!” rispecchia tale condizione. Ecco quindi, che la relazione diventa una gabbia all’interno della quale si vive un perenne stato di tensione, causato dal pensiero ossessivo della paura di essere lasciato solo. Per evitare quest’ipotetico abbandono, la persona tende quindi, a soffocare ogni desiderio rivolto ai propri bisogni, tutto viene fatto in funzione dell’altro. La persona dipendente, prova piacere solo in presenza del partner, cercando più tempo e spazio possibile da potergli dedicare, trascurando spesso tutto il resto. Sente di esistere solo quando è con l’altro, la sua assenza gli provoca sofferenza e pensare alla propria vita solo è inimmaginabile. Il partner, diviene quindi l’unica fonte di gratificazione. Quando va incontro alla fine di una relazione, la persona dipendente, ne ricerca immediatamente un’altra come fonte di accudimento e supporto. Qual’è l’origine della dipendenza affettiva? Il tipo di legame, instaurato nell’infanzia, con i genitori è la motivazione principale. Si tratta di un tipo di attaccamento insicuro, in cui probabilmente il messaggio che la persona dipendente ha ricevuto da bambino è che il soddisfacimento dei suoi bisogni non era importante. Ciò potrebbe aver portato a sviluppare un pensiero del tipo: “Non sono meritevole di amore e di cura! ” Da adulto, il rapporto simbiotico che creano col partner indica il tentativo di salvare se stesso e colmare le proprie carenze affettive, attraverso manifestazioni di cura dell’altro che celano in realtà un bisogno eccessivo di controllarlo.  Il disperato bisogno di non perdere il partner porta spesso a comportamenti di umiliazione e accondiscendenza. Come poter creare legami più sani? I tratti di personalità dipendente che creano inevitabilmente questi “circoli viziosi” necessitano di un cammino insieme a una figura professionale . La necessità di questo miglioramento emerge quando la persona sente di aver “toccato il fondo” e sperimentata la delusione nata dalla speranza di poter portare avanti e migliorare un rapporto non sano. Il cammino terapeutico l’aiuterà a ridimensionare il bisogno dell’altro, partendo da una condizione di necessità e arrivando a una condizione di scelta matura e consapevole. Questo permetterà alla persona di poter vivere dei legami sentimentali più appaganti.

Dott.ssa Antonella Mento, psicologa

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