MPS “rischio” nazionalizzazione

Si è tornati  a parlare timidamente negli ultimi tempi del caso MPS, a favore di qualche smemorato ricordiamo velocemente la vicenda con le parole del Presidente MPS (rilasciate durante un’apparizione a Ballarò) “E’ stata comprata Antonveneta per un prezzo molto rilevante, da li si è eroso molto capitale e sono servite le operazioni di cui oggi si sente molto parlare (il prestito finanziamento ricevuto dallo stato italiano con un rendimento al 9% durante il governo Monti), dopo di che il consiglio è totalmente rinnovato, il managment è totalmente rinnovato e abbiamo iniziato a lavorare per consentire a questa banca di avere davanti altri 540 anni di storia”. Il finanziamento, che verrà reso allo Stato fu concesso, come spiega sempre, il Presidente “grazie alla nostra capacità di generare capitale”. La polemica che anima gli italiani, di qualsiasi colore politico, riguarda il fatto che il finanziamento fu dello stesso valore dell’entrata tributaria riscossa dallo Stato dopo il pagamento dell’IMU. (GETTITO IMU 3,8MLN DI EURO, SOLDI PRESTATI AL MPS 3,9 MLN DI EURO). Le dichiarazioni riportate sopra risalgono a Gennaio 2013, siamo oggi a quasi un anno di distanza e ad attirare l’attenzione è il fatto che il piano di risanamento concordato dopo il finanziamento ricevuto dal governo Monti non ha portato gli effetti sperati   tanto è che sarà necessario un aumento di capitale dei soci di 3 miliardi di euro. Se questa nuova immissione di denaro dovesse slittare, l’istituto entrerebbe in un campo di incertezza. Anche ieri il Presidente dell’Istituto di Rocca Salimebeni ha dichiarato: “dobbiamo riformare il consorzio di garanzia, non sappiamo che cosa succederà a livello politico. Può darsi che non si riesca a farlo, la banca allora verrebbe nazionalizzata”. La nazionalizzazione della banca era già una ipotesi inclusa nel del prestito, se fossero mancati i profitti, si sarebbero potute restituire le azioni MPS allo Stato. Anche per la possibilità di aumento di capitale, la Fondazione  MPS, primo azionista della banca con il 33,5% del capitale, ha chiesto uno slittamento dell’operazione al secondo trimestre del prossimo anno per poter prima ripagare i suoi debitori senza vendere la partecipazione. Altri rinvii per cercare di salvare una banca il cui titolo, ieri a Piazza Affari, ha chiuso in coda al listino principale con un calo del 4,89% a 0,1517 euro. Dopo lo scandalo il MPS ha rinnovato i suoi vertici, prima politicizzati, forse in questa nuova “gestione”, così come ha dichiarato il presidente Profumo a gennaio di quest’anno,  la politica (nella fattispecie il sindaco di Siena) potrà si influire sulla fondazione ma  quest’ultima peserà sempre meno all’interno delle decisioni del Monte dei Paschi. Questa dichiarazione sembra però nei fatti contrastare o comunque stride non poco con quella ultimamente rilasciata da Antonella Masi, presidente della Fondazione MPS . “Siamo il socio di maggioranza, faremo valere il nostro ruolo”. Quindi la fondazione (socio di maggioranza politicizzato) continuerà a gestire di fatto la Banca. In conclusione persone diverse ma nei fatti cosa è cambiato? …

 

 

 

banner

Recommended For You

About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.